Stupisce perché nel documento redatto dalla nuova Giunta a trazione leghista non ci sono molti elementi di discontinuità rispetto al passato governo ligure. Il vero punto è che il vento non è affatto cambiato rispetto a “quelli di prima”.
Oggi il centrodestra si pone in esatta continuità con le politiche sanitarie del Partito Deomocratico: destrutturare il pubblico e privatizzare i servizi.
Oggi si fa un gran parlare di privatizzazioni di strutture ospedaliere, reparti o pacchetti di prestazioni ma si dimentica, maliziosamente, da dove arrivano i problemi: la privatizzazione dei lavoratori.
Questa è stata la scelta più folle e vergognosa che la politica ligure abbia mai messo in campo sia per gli alti costi, sia per lo scarso controllo qualitativo del servizio offerto, sia perché tutta la manovra è stata condotta a scapito dei lavoratori. Interi servizi interni ai nostri ospedali sono stati, tramite appalti, affidati ad aziende e cooperative private ed oggi il personale si trova a fare i conti con meno diritti, meno professionalità, meno dignità e una paga inferiore.
Il caso di Coopservice e dell’appalto pulizia e assistenza al malato, che abbiamo sollevato qualche giorno fa, lo dimostra ampiamente.
I numeri sono talmente grandi che forniscono piuttosto bene la dimensione del problema di una privatizzazione che è già in corso ma che fa poco scalpore.
Le cifre più significative per gli appalti in ASL5 sono:
- pulizie ordinarie, circa 26 milioni di euro;
- lavanolo, quasi 14 milioni di euro;
- alberghiero (assistenza al malato), oltre 24 milioni di euro;
- ristorazione, circa 14 milioni di euro;
- sterilizzazione, poco più di 5 milioni e mezzo di euro;
- magazzino farmaceutico, quasi 5 milioni di euro;
- assistenza domiciliare, quasi 14 milioni di euro;
- assistenza riabilitativa, circa 10 milioni di euro.
A queste cifre, va sottolineato, vanno aggiunti quasi 20 milioni di euro di IVA, imposta che non dovremmo pagare se questi servizi non fossero stati esternalizzati. La rivoluzione vera per la comunità e per gli stessi lavoratori la potremmo fare puntando sul pubblico e dunque inserendo, in primis, nel Piano Sanitario Regionale un prospetto di reinternalizzazione di questi servizi.
Solo così si potrebbero produrre ingenti risparmi da investire sul comparto fino ad ora più penalizzato: quello operativo.Sono queste le risposte di cui ha bisogno la nostra sanità, i pazienti e i lavoratori.
Francesco Battistini, Consigliere Regionale Gruppo Rete a Sinistra/liberaMENTE Liguria