L'importanza dell'ospedale San Bartolomeo nel quadro sanitario provinciale é la condizione da cui partire per poter pensare ad una sua riorganizzazione e a scelte che lo portino ad essere per davvero una struttura strategica e indispensabile. Ad oggi le buone intenzioni dichiarate non sono suffragate da una politica sanitaria che invece pare andare in direzione opposta. Servono fatti concreti che ci confortino rispetto al futuro del nosocomio sarzanese. E non é certamente spostandovi servizi che si configurano, di fatto, come scatole vuote, che si può pensare di mantenere un presidio efficiente e rispondente ai bisogni dei cittadini. E' il caso, per esempio, del reparto di chirurgia. Sono contrario al suo declassamento. Un ospedale è tale quando ci sono una Chirurgia funzionante a pieno regime, una rianimazione, un Pronto soccorso 24 ore su 24: tutte funzioni garantite da una struttura complessa di chirurgia che devono restare al San Bartolomeo. Il trasferimento di alcune strutture semplici non può sopperire al declassamento di un reparto.
Per esempio il trasferimento della chirurgia linfatica presente alla Spezia (struttura semplice) nel quale é presente un solo medico, rende evidente come il rischio è che alla fine restino soltanto i nomi dei reparti e delle specialità ma manchi tutto ciò che serve a farli funzionare. Pertanto se è vero che il piano sanitario prevede una valorizzazione del San Bartolomeo é altrettanto vero che essa deve avvenire nei fatti con il personale e le strumentazioni adeguate. Diversamente non si riuscirà a rafforzare i servizi, non si inciderà positivamente sulle fughe e sulle liste di attesa che continueranno a crescere.
Ma soprattutto non vorrei che a forza di scatole vuote al S.Bartolomeo i servizi finiscano per essere garantiti attraverso l'appalto al privato.
Juri Michelucci
Consigliere regionale Partito Democratico