Se si perde questa consapevolezza, non si esce da una crisi che non nasce da fattori finanziari o di produzione, ma umani e di valore. La nostra è una crisi di futuro, per una popolazione che invecchia, non si rinnova e quindi è incapace di crescere e pensare al proprio futuro.
Purtroppo, i programmi politici sembrano ignorare tali fattori. Nella migliore delle ipotesi, essi propongono soluzioni a breve termine, che sono apprezzabili e utili, ma non bastano.
Anzi, avanzano pericolosamente segnali di ulteriore disfacimento del tessuto sociale e produttivo in Italia, come nel resto d'Europa. I nostri amministratori hanno dilapidato, in relativamente pochi anni, un patrimonio eccezionale di industrie, banche, università e scuole. Soprattutto, la cellula fondante della società, la famiglia, è sempre più sotto attacco. Varie forze politiche hanno nei loro programmi il riconoscimento delle convivenze, se non l'attuazione delle cosiddette nozze gay con possibilità di adozione.
Invece di pensare a soluzioni in grado di conciliare lavoro e famiglia (risorsa fondamentale per lo Stato, perché ne garantisce la continuità, attraverso la crescita di buoni cittadini), i politici non trovano di meglio che istituzionalizzare la precarietà degli affetti. La pillola è ammantata di buonismo. Ma la sostanza non cambia. Invece di mettere in pratica la Costituzione, che riconosce la famiglia come pre-esistente allo Stato e che impegna lo Stato a sostenerla (in particolare le famiglie numerose), si pensa a soluzioni di impatto mediatico ma che finiscono per costruire una civiltà più individualista e regressiva, non più umana e solidale. A pagarne il prezzo sono sempre i più deboli, come gli anziani e, soprattutto, i bambini. E la fascia di debolezza si sta sempre più allargando. Nella crisi, la famiglia è un formidabile ammortizzatore sociale che funziona. Poi, finalmente liberi, ma isolati, sarà eutanasia per tutti?
Cosa pensare di politici incapaci di gestire una municipalizzata, ma attivissimi nel demolire, a colpi di legge, istituzioni millenarie su cui si fonda la nostra civiltà? Sicuramente ci sono delle cose da migliorare, ma così si butta il bimbo con l'acqua sporca. E, in questo caso, il bimbo siamo noi.
Il rafforzamento della famiglia è l'unico punto di partenza lungimirante per affrontare la crisi. Non esistono attualmente, in Italia partiti elettoralmente significativi con un tale programma. Per questo, il Movimento Cristiano Lavoratori della Spezia fa appello ai suoi aderenti e a tutti i cittadini perché si impegnino, a lungo termine, su questi temi e sostengano quei partiti che hanno una significativa componente contraria al riconoscimento giuridico delle convivenze e che almeno permettono un confronto non pregiudiziale al loro interno sui principi fondamentali di vita, famiglia e libertà di educazione.