"Leggo con costernazione le parole vergognose con cui l'esperto in "trasformazione dei conflitti", invitato dall'attuale amministrazione ad intervenire alla "Giornata della Pace", apostrofa i lericini dalle pagine di "Città della Spezia".
La trovo una autentica diffamazione collettiva a mezzo stampa e mi sento in dovere, da lericino, di dover esternare tutta la mia indignazione.
Non entro nel merito della querelle tra il signor Giulio Gallo e altri miei concittadini, ma quello che mi fa ribollire il sangue è che questo signore si permetta di coinvolgere tutti i lericini nella sua diatriba e di definirci come persone incapaci di comprensione per una qualche tara genetica nel nostro DNA.
I termini, la veemenza e la violenza con cui ha esposto il proprio pensiero pubblicamente, mi fanno pensare che il signor Gallo abbia compreso ben poco degli scopi della laurea triennale di cui si fregia con tanta pomposità.
Leggo dal piano di studi che uno degli esami fondamentali del corso del terzo anno è "Aggressività ed Approcci alla Riconciliazione". Non posso far altro che consigliargli di tornare a ripassare la materia, perchè se dovesse mai usare lo stesso "tatto" in un contesto di mediazione internazionale, come minimo farebbe scoppiare la terza guerra mondiale.
Esternazioni come le sue mi portano anche ad una riflessione generale sulla situazione universitaria italiana, la cui qualità è in caduta libera. Non è un caso se l'ultima classifica del "Times Higher Education", delinea gli atenei italiani come tra i peggiori in europa quanto a reputazione internazionale. Solo i Politecnici di Milano e Torino e la Sapienza di Roma entrano nella classifica delle prime 150 università e lo fanno come fanalini di coda.
Le nostre università non attraggono più studenti e docenti stranieri e, cosa ancor più grave, deficitano per numero di pubblicazioni scientifiche firmate da coautori internazionali. Quando i risultati, le tesi, le ricerche e gli articoli hanno uno scarso appeal internazionale è un gran brutto segno.
Ultimo, ma non meno importante, come lei acutamente ci fa notare, Lerici non è l'unico luogo al mondo ad avere il mare. Quel che lei ignora è che il mare di Lerici la rende unica. Non è un caso, caro signor Gallo, se negli anni Lerici ha adottato persone del calibro di Mary Shelley, Mario Soldati, Giorgio Bocca, solo per citare alcuni; evidentemente la nostra terra e il nostro "DNA" sono interessanti più per i "numeri primi" che per un gallo qualunque.
Se deciderà di non tornare a trovarci ce ne faremo cordialmente una ragione".
Fabio Vistori - un "lericino medio"