È già pronto il mio congedo dal Consiglio Regionale di domani mattina.
Non andrò in Aula perché mi sembra più doveroso, e più giusto, stare accanto ai lavoratori della Provincia per manifestare, con loro, l’inadeguatezza di una politica che ha distrutto un intero sistema di governo del territorio.
E rivolgo il mio appello anche a tutti quegli studenti che lo scorso anno si riversarono in strada per dire che non è possibile studiare in aule gelate: domani scendete nuovamente in piazza sotto la vostra Provincia per tutelare i vostri diritti.
La riforma Delrio è frutto dell’arroganza istituzionale di un Governo che ha voluto con una legge ordinaria smantellare un organo previsto e sancito dalla Costituzione: la Provincia.
Una legge pasticcio che di fatto, pur cannibalizzando, quasi interamente, le risorse economiche della Provincia, ha lasciato su di essa competenze importanti.
Le strade, l’edilizia scolastica, il riscaldamento delle scuole, il controllo ambientale, il trasporto pubblico locale, sono solo alcuni dei più eclatanti esempi di competenze rimaste alla Provincia senza che però vi sia una copertura economica in grado di garantirne lo svolgimento.
Le strade provinciali sono un colabrodo; le scuole rischiano di rimanere al freddo e le operazioni di manutenzione degli edifici scolastici stentano ad essere mantenute a livelli accettabili.
Non solo ma sono scomparse le funzioni di politica di area vasta che prima svolgeva la Provincia e che ora nessun Ente è più in grado di assolvere: prime fra tutte la promozione turistica e la progettazione per l’accesso ai bandi europei.
Tutto questo ci dà, purtroppo, la chiara dimensione di come una cattiva legge dello Stato, nata sulla propaganda dell’abbattimento dei costi, in realtà, abbia creato solo uno sperpero di denaro pubblico e ingenti danni al territorio e ai cittadini.
Questo è il quarto anno consecutivo che la Provincia della Spezia, assieme ad altre 72 province italiane su 100, non riuscirà a chiudere il suo bilancio nonostante il personale sia stato ormai ridotto del 70%.
Gli uffici faticano a svolgere le proprie attività per l’ingente carico di lavoro e per la diaspora delle competenze che sono fuggite altrove.
E come se tutto ciò non bastasse dal nuovo anno è a rischio persino il pagamento dello stipendio degli stessi impiegati provinciali rimasti in servizio nell’Ente.
Non si può continuare così.
Il Governo deve porre rimedio a questa follia amministrativa.
Per cominciare: alle province vengano lasciate le entrate per far fronte ai servizi che deve erogare e per rimpinguare l’organico.
Si proceda inoltre a rispettare la Costituzione: riconoscendo all’Ente la sua dignità istituzionale, sancita dalla stessa Carta costituzionale, e permettendo al popolo di tornare a eleggere direttamente il Presidente e il Consiglio.
Francesco Battistini
Consigliere Regionale Gruppo Rete a Sinistra/liberaMENTE Liguria