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Sarzana, Il Consigliere regionale Costa nella “tana del lupo” (videointervista) In evidenza

Di Luca Manfredini – Ci sia consentito il titolo-battuta, vista la riunione tenutasi ieri nella sede dell’Ente Parco Montemarcello Magra Vara alla presenza del Consigliere regionale Andrea Costa, autore di una proposta di legge tesa a modificare profondamente l’Ente stesso, se non addirittura ad abrogarlo.

Alla presenza di Sindaci e Assessori facenti parte del territorio del Parco, del pres. della Comunità del Parco Riccardo Barotti (Sindaco di Rocchetta Vara), del pres. del Parco Pietro Tedeschi, di consiglieri dell’Ente e di molte associazioni, Costa ha presenziato alla riunione da lui chiesta, per approfondire e discutere direttamente con l’Ente.
Al di là delle dichiarazioni sulla stampa, al di là della politica e dei suoi schieramenti.
Un tavolo non decisionale, quindi, ma di confronto, non uno scontro politico ma una riflessione profonda per valutare tutte le variabili pratiche di una proposta di legge che avrà un lungo iter burocratico, dialogando con tutti gli aventi diritto.

“Porto avanti una proposta che ritengo giusta da tempo, sin da quando, Sindaco di Beverino, ambivo a uscire dal parco - ha esordito Costa - La mia posizione è frutto di un percorso da tempo avviato e non per mie evoluzioni politiche; continuo ora la mia battaglia da una diversa carica. In democrazia è legittimo ascoltare le diverse idee e valutarle assieme prima dello scontato dibattito politico che seguirà. Non è detto che la legge passi, ma sono qui per discuterla e per dare qualche elemento in più. Ho sempre sostenuto che per tutelare un ambiente o un territorio non è sufficiente stilare una mappa e dei confini netti vietando poi la presenza dell’uomo, lo stesso uomo che serve invece per rendere più fruibile il parco. Prima della sua attuazione nel 1995, lo stesso era più vissuto ed era un territorio dal punto di vista ambientale più curato. L’abolizione del parco non spegne le tutele in sua difesa, non annulla le normative regionali, ma consente ai Sindaci la pianificazione e la gestione delle zone, un’autonomia superiore agli enti locali. Dire che dopo si cementifica gratis è una bugia perché rimangono tutti i vincoli connessi. Questo Ente non può continuare a vivere sui trasferimenti regionali senza piani di valutazioni del fiume, senza programmi, senza coinvolgimento dei privati, vedo delle forti contraddizioni in questo e mi chiedo se l’Ente è da riformare o da chiudere, non vedo scandaloso affidarne la gestione ai comuni e alla Provincia”.

La linea di Costa viene ampiamente appoggiata dal sindaco di Lerici, Leonardo Paoletti, e dal Sindaco di Ameglia, Andrea De Ranieri, due dei Comuni che più hanno territorio nel parco e che più soffrono il parco stesso:
“Lanciamo qui un salvagente all'ente sperando che lo afferri, altresì aspireremo decisamente a chiuderlo o ad abbandonarlo.
Come da punto 2 della riunione costituiamo una commissione che proponga e che valuti tutte le necessità. La legge presentata da Costa ha avuto il primo merito di ufficializzare che il parco non funziona, dal '95 a oggi ha raccolto solo demeriti e deve rimanere solo controllo ambientale. A cosa serve l’Ente se non propone ma solo demanda alla Regione? Se è solo preservazione e non sviluppo ci sono già abbastanza garanti atti a proteggerlo, ora è solo un qualcosa che rappresenta un territorio che per primo lo rifiuta, e cittadini e amministrazioni non hanno alcun potere in merito. Servono “governance politiche” e richieste che arrivino dai Sindaci, se non possiamo trattare con un vero parco ma solo con un “Ente conservativo alpino”, è meglio che chiuda”.

Di diverso parere Marco Vassalli, delle associazioni ambientaliste:
“Il parco unisce, coordina e conserva il territorio tutto, frazionarlo ai Comuni e alla Provincia equivale a perderlo. È stato gestito male? Dagli uomini e dalla legge regionale si! Buttiamo all’aria gli uni e l’altra e consentiamo al parco di lavorare”.

Esprime la sua contrarietà alla chiusura anche l’Assessore sarzanese Massimo Baudone:
“Un conto è modificare il funzionamento dettato dalla Regione, un conto è chiuderlo, quando si deve pianificare e controllare serve un organismo e limitarsi a toglierlo è inutile e controproducente, oltre che costituire un forte danno di immagine e di credibilità. Consegnarlo ad una Provincia già morta per un’abolizione sbagliata sarebbe un grave errore. Parliamone senza barriere ideologiche, facciamo proposte, lavoriamo tutti uniti, ma il parco è una risorsa e come tale va mantenuto. Chiedo a Costa di fare un passo indietro, miglioriamolo, aiutiamolo con sovvenzioni, stimoliamolo, ma manteniamo attivo l'ente parco”.

Anche il Pres. reggente della Provincia e Vice Presidente del Parco delle Cinque Terre, Vincenzo Resasco, concorda con Baudone: “La Provincia riesce ormai a malapena a seguire le strade e le scuole, con tagli in crescere che non ci consentono neanche più di seguire i disabili. Bisogna incentivare le persone a coltivare le aree, anche economicamente, a creare progetti, a vivere e fare vivere il parco.
I Sindaci non devono lavorare singolarmente ma unirsi in sinergia con il parco e le associazioni per gestire al meglio; noi lo facciamo, fatelo anche voi. Il problema non è chiudere ma aprire a tutti, i parchi sono un’opportunità per fare sistema”.

Conclude il presidente del Parco Tedeschi: “Facile parlare e poi ridurre i fondi per il parco di un ulteriore 15%, facile cercare solo di sopravvivere, ma non è il nostro caso. Noi operiamo ed i progetti ci sono, aiutateci ad avviarli, concordiamo insieme problematiche e programmi, ma interveniamo subito, altrimenti i fondi inutilizzati dell’Unione Europea prenderanno altre strade. Se considerate il parco solo un’inutile suppellettile e non lo volete fare operare, allora chiudetelo, qui, ora. Ma il parco è indispensabile e deve vivere, con nuove regole, magari, ma con più potere, più autonomia, più aiuti e con un dialogo costruttivo con tutti i sindaci. I parchi si configurano come ultima barriera alla speculazione edilizia e unico ente in grado di dare sviluppo ecosostenibile al proprio territorio, un ruolo di coordinamento che la Provincia non era in grado di svolgere. Desideriamo vedere la Regione più presente, magari anche ascoltare l’Assessore regionale Mai, parliamo ancora e ancora, discutiamo tutti assieme non di chiusure, ma di valorizzazioni”.

La settimana prossima è già prevista una ulteriore riunione, come quella appena svolta, alla presenza di altri Consiglieri regionali di diverse compagini. Soddisfatto Costa per gli approfondimenti avuti oggi e, anche, per avere contribuito in maniera netta, con la sua proposta di legge, ad avviare questa discussione che, comunque,obbliga ad una profonda riflessione.

“Dobbiamo riformare il parco perché utile al territorio o prendiamo atto che il parco ha esaurito la sua utilità ed è meglio che torni alla gestione dei Sindaci?”: con questa domanda il Consigliere Costa ci ha salutati dopo la videointervista qui allegata.

 

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