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Intervista al sindaco: Paola Sisti dopo un anno di mandato In evidenza

di Gianluca Solinas – Intervista al primo cittadino di Santo Stefano Magra Paola Sisti a poco più di un anno dalla sua elezione.


Sindaco, è passato poco più di un anno da quando è stata eletta, com’è fare il primo cittadino?
Bellissimo, perché occuparsi della propria comunità è la cosa più bella che può capitare a chi come me ha una passione per la politica. Ho già avuto esperienze di amministrazione, ad esempio in Provincia, ma occuparsi del proprio territorio è la cosa più esaltante che ti può capitare, pur nelle enormi difficoltà che oggi incontra chi amministra gli enti locali. Forse però anche grazie a queste difficoltà si aguzza di più l’ingegno, la creatività. Fortunatamente abbiamo una rete, nella nostra comunità, di quello che viene chiamato il terzo settore, cioè il volontariato, l’associazionismo, che ci è di grande aiuto.

Si dice che oggi fare il sindaco sia molto più difficile ed impegnativo rispetto a qualche decennio fa...
E’ più difficile ed impegnativo perché sono cambiate completamente le condizioni di contabilità. 20 o 30 anni fa non c’era il tema del pareggio di bilancio, la questione della tenuta dei conti dello Stato a cui gli enti oggi partecipano in maniera primaria. Per aiutare lo Stato, oggi gli enti non possono aumentare la spesa del personale, questo significa, ad esempio, che le persone che lavorano sodo (e sono tante) non possono essere premiate. In più i trasferimenti oggi sono molto limitati. La nostra situazione per quanto concerne la viabilità (competenza provinciale ndr.) non è drammatica come altrove e a parte il carico davvero pesante sulla Cisa, dove noi non possiamo intervenire e dove auspichiamo interventi regionali, cerchiamo di mettere in atto quello che possiamo, come gli attraversamenti pedonali illuminati, la pulizia delle cunette e dei lati stradali, gli sfalci etc.. abbiamo potuto fare, anche grazie alla disponibilità della squadra operai, interventi di pulizia stradale e di decoro urbano molto efficaci. In seguito ad una sanzione ad Acam per il mancato ritiro della differenziata, abbiamo raggiunto un accordo che ha previsto il pagamento non in denaro ma in lavoro, abbiamo ottenuto una squadra formata ad hoc che ci è stata di grande aiuto. Ora abbiamo avviato un percorso con la Caritas diocesana, che qua gestisce diversi centri di accoglienza, che ci consentirà di preparare una decina di ragazzi extracomunitari che destineremo proprio ai lavori di manutenzione del territorio. In questo modo si favorisce un servizio del quale la comunità ha bisogno e si favorisce anche la tesi, che vogliamo dimostrare coi fatti, che queste persone possono essere anche una risorsa. Caritas ha i fondi a disposizione e si occuperà di fornire una borsa lavoro e noi quest’anno abbiamo ricevuto una somma di circa 20mila euro con il vincolo di spenderli in progetti dedicati a questo tema e li utilizzeremo così. Vanno formati, vestiti, assicurati, messi in regola e siamo convinti che attraverso questi progetti possa passare una vera integrazione. Chiaramente il nostro comune sta per raggiungere la quota massima prevista e sono convinta che se ognuno fa il proprio sforzo le cose possono andare bene, se però c’è chi rifiuta totalmente la propria quota è inevitabile che gli altri, che fanno la loro parte, si trovino poi in difficoltà. Abbiamo ottimi rapporti con la Prefettura, ma come è ovvio ci sono anche dei limiti a ciò che un territorio può fare. Certo è che vogliamo avere rapporti con i gestori dei centri di accoglienza, vogliamo sapere chi sono, quali luoghi sono destinati a ciò e se sono adatti, perché è un modo per controllare il proprio territorio e mettere i cittadini in condizioni di effettiva sicurezza. I cittadini chiedono sicurezza ed è giusto che la abbiano. Abbiamo iscritto una bimba dalla Costa d’Avorio all’asilo, un gruppo di volontarie le ha consentito l’iscrizione, insomma ci sono anche delle belle storie. La bimba ha due sorelle che sono rimaste in Africa e noi, grazie al lavoro dei volontari, siamo riusciti a farle andare a scuola in una struttura gestita dal movimento dei Focolari. Poi è chiaro che sui piccoli numeri si ha la certezza di poter fare qualcosa; per le grandi città è più complicato. Qui con la Caritas e don Luca Palei abbiamo un ottimo rapporto di collaborazione.

Avete notato se anche da parte dei migranti c’è voglia , bisogno, volontà di integrazione?
Sicuramente si. Certo la prima cosa che chiedono, oltre ad un tetto, è il lavoro. Il lavoro che è anche la priorità per molti italiani, ce ne rendiamo conto, ma la voglia di integrazione c’è ed è ben visibile.

Quali sono gli obiettivi già raggiunti e quali quelli dove incontra più difficoltà?
Per mia natura non sono mai soddisfatta, contenta, i bisogni sono molti e un anno è anche poco, una programmazione seria ha bisogno di un quinquennio. Ma credo che abbiamo dato l’impostazione giusta. Uno dei temi che stiamo affrontando è la sicurezza degli edifici scolastici dal punto di vista antisismico. Questo è un po' il tema centrale dell’edilizia pubblica in Italia. Su questa questione il Governo ha dato la possibilità, quest’anno, di sforare il Patto di Stabilità e noi abbiamo contratto mutui per circa 800 mila euro dei quali 700 circa sforando il patto e cento restando dentro i parametri. Tutto questo per attuare interventi di miglioramento antisismico in due istituti che ne avevano bisogno, ma soprattutto abbiamo realizzato un progetto che ci permette di lavorare a lotti di intervento per arrivare al completo adeguamento alle normative antisismiche. Credo che questo sia un progetto qualificante di questa amministrazione che proseguirà nei prossimi anni. Un’altra cosa importante riguarda la cura del territorio, dal decoro urbano alla sicurezza relativa al dissesto idrogeologico: stiamo lavorando su Ponzano Superiore con due importanti progetti legati tra loro. Una cosa alla quale sono particolarmente legata, ed infatti ne ho tenuto la delega, riguarda la cultura e le manifestazioni che abbiamo realizzato. Il legame con lo Spiros Argiris di Sarzana che segna una collaborazione virtuosa fra comuni e la presenza sul territorio di un concorso lirico importante, un’estate molto ricca, piena di eventi con l’apice di giugno dell’Infiorata del Corpus Domini, la visita del presidente delle Vie Francigene Massimo Tedeschi in relazione con la rievocazione storica è il segnale, insieme ai dati di afflusso turistico sulla Via Francigena che segna un più 33%, che questa via è sempre più importante e legata al turismo che vogliamo e che dobbiamo essere veloci e capaci di attirare. Anche il completamento della ciclabile del Canale Lunense sarà un bell’incentivo per il turismo responsabile, amante della natura e della cultura, collegato alla via Francigena e stiamo vedendo come procedere per la realizzazione di un ostello tramite bando. Anche la città della musica è un progetto in corso e stiamo lavorando per realizzarlo.

Il turismo, questo oggetto misterioso, oggi come oggi ci si sta muovendo in ogni amministrazione per intercettare il turismo di alto livello, coinvolge anche voi questa attività?
Abbiamo capito tutti che le 5 Terre sono in sovraccarico, sta a noi amministratori e ai comuni della provincia fare in modo di attrarre queste persone. Ci siamo attivati perché la Val di Vara e la Val di Magra hanno delle bellezze che meritano di essere valorizzate e conosciute dal grande pubblico. Abbiamo in progetto il recupero della pavimentazione del centro storico, il campetto sportivo che le nuove generazioni ci chiedono da tempo, apriremo a breve la Caserma dei Carabinieri, stiamo per concludere il Palazzo Comunale che ha ancora bisogno di alcuni miglioramenti, abbiamo lavorato sul risparmio energetico, ad esempio avremo impianti elettrici dotati di sistemi di accensione con rilevatori di presenza, apriremo uno sportello che aiuterà a risparmiare energia tramite le nuove tecnologie oggi disponibili, pannelli solari sulla scuola materna che saranno utilizzati anche dalla scuola elementare: insomma, un sacco di cantieri e di progetti che ci vedono impegnati. Anche gli imprenditori del territorio hanno dimostrato una grande sensibilità, infatti in pratica abbiamo finanziato tutti gli eventi estivi tramite i nostri sponsor. Sono aziende del territorio o che operano qui, come quelle delle aree retroportuali che, ognuna come ha potuto, ci hanno aiutato concretamente, tanto che abbiamo impegnato le casse comunali per una quota minima rispetto al grosso dell’impegno che è stato a carico degli sponsor, che ringrazio.

Qualcosa che non le è andato giù? O che ha ancora difficoltà a realizzare?
Abbiamo da gestire delle emergenze, una delle quali è continuare, proseguire il progetto Nova. Un progetto difficile, complesso, ma molto bello e interessante. Abbiamo bisogno di intercettare i fondi europei, abbiamo aperto per questo lo sportello dedicato alle politiche comunitarie, proprio perché se è vero che i trasferimenti dallo Stato mancano, si possono utilizzare quelli europei. Per fare ciò è necessario avere dei progetti, fare rete con altri comuni, con altre regioni limitrofe, con altre regioni europee, e secondo me a breve l’operazione Nova, che prevede una cittadella della cultura all’interno dell’ex area Vaccari, sarà realizzata con all’interno ostello, museo, e tanto altro.

Poi c’è il tema della Cava della Brina...
Stiamo monitorando, siamo abbastanza tranquilli. Sulla questione degli usi impropri è già intervenuta la Procura: sequestro dell’area quando solo si è ventilata l’ipotesi di una discarica. Siamo di fronte ad un parziale dissequestro, ma solo di un'area minima, sulla quale abbiamo, insieme agli uffici, e con l’esperto che abbiamo chiamato a collaborare e con l’avvocato del comune, scritto quello che penso da sempre e cioè che se riqualificazione deve essere allora va monitorata tramite un sistema di controlli attento e puntuale.

Come vede quell’area fra 5 anni?

Difficile rispondere. Dipende da cosa troverà la Procura. Se si individuano reati, i responsabili dovranno pagare e ci sarà un certo “panorama” futuro. Se invece non si ravviseranno reati e semplicemente si trattasse di uno sforamento di parametri, basterà rimuovere il rifiuto e fare una bonifica parziale. A quel punto si dovrà affrontare il tema della gestione mettendo in discussione la convenzione fatta a suo tempo perché alla luce di quanto successo si è dimostrata insufficiente. Il futuro dell’area credo sia quello di essere restituita integra alla comunità. Basta cemento, si restituisca alla natura. Anche perche lì ci sono percorsi naturalistici, c’è un percorso della Via Francigena che oggi è chiuso e che potrebbe essere riaperto, che da Ponzano Superiore porta direttamente alla ex Vaccari e passa sopra la Brina. Coprendo tutto quel che c’è da coprire, ovviamente (una vena di serpentino amiantifero che ne aveva causato la chiusura anni fa), in modo da poter restituire la zona alla natura senza rischi per l’ambiente e per le persone. Utilizzando materiale adeguato (detriti di tabella A) stavolta. Ovviamente avremo la massima attenzione sulla ricostruzione del dorsale e avremo attenzione a tutto, quindi riempimenti e sicurezza monitorate con tutti gli strumenti a nostra disposizione senza se e senza ma.

Si sente parlare meno del ponte Ceparana - Santo Stefano ultimamente, come la pensa in proposito?
Può essere un’opera utile in alternativa alla Ripa, non ho pregiudizi in merito. Credo che però non sia sufficiente, per me c’è un problema di collegamento Albiano – Santo Stefano dove se mi tolgono un pò di traffico va bene, anche e sopratutto da Santo Stefano a Sarzana c’è criticità e se il ponte mi finisce lì i livelli di congestione saliranno ulteriormente. Serve la variante della Cisa per poter rendere il ponte efficace, altrimenti si sposta solo il traffico congestionando ulteriormente una zona già trafficatissima. Quindi va bene il ponte, ma con la variante e la riapertura della Ripa. Santo Stefano ha già dato molto in termini di territorio ed aree occupate. Sono una doganale e so che il porto ed i containers portano lavoro e ricchezza ma la variante ed il ponte non possono prescindere l’uno dall’altro.
Una cosa che mi sta a cuore è l’accordo realizzato con il CIELI (Centro Italiano di Eccellenza sulla Logistica Integrata) di Genova che ci aiuterà a capire il futuro del retroporto di Santo Stefano.
Un'altra cosa a cui tengo molto riguarda le scuole. Prima ho parlato della parte che concerne la ristrutturazione in materia antisismica, ma teniamo molto alle nostre scuole e facciamo degli investimenti importanti. Le nostre scuole sono un’eccellenza e abbiamo realizzato una rete e avviato i centri estivi. Anche l’estate la vediamo come un'opportunità di educazione, grazie a tante associazioni che ci hanno consentito di fare molto. Quest’anno abbiamo mandato al mare i nostri anziani e la cosa è stata apprezzata.

Mancano all’appello le Unioni Civili, lei ha celebrato un'unione civile fra due ragazzi pur essendo cattolica praticante, questo le ha creato problemi?
Ho celebrato la prima unione civile a settembre, potevamo farlo in sordina, ma abbiamo scelto di farlo cosi perchè io sono un amministratore e come tale di tutti. Anche delle minoranze, anche di chi ha una condizione di vita diversa. Ritengo le unioni civili una battaglia di civiltà portata avanti dal mio partito (PD ndr), se fossi stata in Parlamento avrei votato a favore perché credo al principio “libera chiesa in libero stato”. Il mio impegno di cattolica in politica lo offro non diminuendo i diritti ma semmai aumentandoli. Anche su questo, come sull’accoglienza ai profughi, agli immigrati, io applico il mio essere cattolica.
Poter condividere i momenti difficili come le malattie restando vicini al partner, poter avere la reversibilità delal pensione se uno dei due viene a mancare, oppure l’acquisto di una casa, credo che siano sacrosanti diritti per chi si vuole bene, fra l’altro presenti nella legislazione di tutti i paesi europei.
Le mie parole in quel caso sono state “Anche oggi celebriamo l’amore”. Ho scelto la via della sincerità. Devo dire come la penso, se poi farò peccato sarò giudicata da Dio, che è amore, non dagli uomini.

 

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