Ha preferito compiere una accelerazione assecondando ripetute richieste arrivate negli scorsi giorni da alcuni membri della sua maggioranza forse bramosi più di capire chi andrà a fare cosa che delle linee da seguire; così tanto da dare carattere di urgenza alla delibera, non fermandosi a valutare nemmeno per un giorno il buon operato delle società: ha immediatamente chiesto le dimissioni ai loro rappresentati. Peracchini ha insistito per rinnovare gli organi societari, arrivando persino a scrivere nella delibera - contestata nel corso del Consiglio comunale di ieri sera - che gli amministratori si erano dimessi. Che tale affermazione non sia vera è confermato dall’accesso agli atti che ho in mano. Viene così a mancare il carattere di urgenza. Inoltre in quella delibera sono contenuti altri errori, per esempio manca totalmente da Atc Mp la partecipazione del Comune di Monterosso, come socio azionista. L’impressione è che Peracchini voglia addirittura bypassare la procedura di bandi introdotta nel 1997 sempre seguita dalle amministrazioni di centrosinistra e che consente di raccogliere la disponibilità da parte di soggetti qualificati attraverso un percorso pubblico trasparente.
Ma l’aspetto più rilevante di questa vicenda è che il neosindaco ha presento la delibera sulla sostituzione dei membri delle società prima di quella sugli indirizzi che l’amministrazione intende dare ai prossimi 5 anni di governo. Lo statuto del Comune della Spezia prevede, come è logico, che la prima seduta del Consiglio comunale sia dedicata all’esposizione del programma, ma Peracchini, prima ancora di dire cosa vuol fare per la città, ha deciso di dare il via alla procedura di occupazione delle poltrone. Mai e accaduto che una delibera così importante venisse liquidata in modo così semplicistico. L'urgenza c'era ma era politica.
Infine va segnalata un’altra anomalia nella seduta di ieri: Guerri, presidente del Consiglio comunale, si è nominato anche capogruppo del proprio partito politico. Mai nella storia del Comune della Spezia il presidente dell’organo elettivo aveva abdicato alla sua funzione di garanzia, per diventare il capo del gruppo consiliare di appartenenza. Anche questo è un segno dei tempi. Tempi in cui le regole e le procedure istituzionali sono considerate orpelli di cui fare a meno. E tempi che, come abbiamo dimostrato ieri avverseremo,stando sul merito delle questioni e chiedendo il rispetto delle regole, con tutte le nostre forze e chiamando a raccolta le altre minoranze".
Federica Pecunia
Segretario provinciale Partito Democratico