La reazione stizzita e arrogante di Toti nei confronti dei legittimi rilievi fatti dal Soprintendente Tinè sul red carpet di Porto Venere evidenzia come dietro l’apparente aplomb del governatore si nasconda una preoccupante insofferenza alle regole, alle norme e alla tutela del territorio. Toti non può e non deve dire a un organo dello Stato cosa debba o non debba fare ed è ancora più grave che lo equipari all’opposizione e lo trascini dentro la battaglia politica. La Soprintendenza è una garanzia per tutti i cittadini e non fa gli interessi di una solo parte.
Inoltre serve chiarezza sui conti di quest’inutile operazione di marketing. Il governatore ligure dice alla stampa che alle casse della Regione i red carpet sono costati non più di 60 mila euro, ma poi scopriamo che per il solo red carpet tra Portofino e Rapallo (lungo otto chilometri) ne sono stati spesi circa 40 mila. L’azienda che fornisce i tappeti rossi alla Regione, inoltre, sostiene che il costo si aggiri intorno ai 3,92 euro al metro quadrato e visto che in Liguria si parla di una copertura totale di circa 50 chilometri, i conti fatti del presidente della Giunta non tornano proprio per niente. Qual è la verità sulle spese reali?
Tornando invece al caso di Porto Venere è chiaro che se un’istituzione come la Regione è la prima a dare il cattivo esempio sfregiando l'immagine paesistica del proprio territorio si trasmette il messaggio sbagliato secondo il quale abusi, bruttezza e sciatteria possono restare impuniti. Toti non è il capo assoluto della Liguria: rispetti le altre istituzioni e accetti le critiche. La sua allergia alle leggi inizia a essere allarmante. Questa Giunta è pronta a cancellare i parchi e a stravolgere l'isola Palmaria: di fronte a tutto questo impero del cemento credo che si debba sollevare una reazione ampia e compatta.
Raffaella Paita, capogruppo PD Regione Liguria