Non me ne vogliano i rappresentanti delle forze che si ritrovano “unite” (e già questa pare una notizia) nella sede spezzina di Rifondazione Comunista, per concordare un’azione comune contro l’apertura alla Chiappa di una sede di Forza Nuova. (Riunione che si è risolta con un nulla di fatto se non la decisione a quanto pare di rimettersi a ciò che deciderà il Prefetto ndr.).
La querelle va avanti da giorni e pare acuirsi sempre più. “Non c’è spazio per i fascisti nella città medaglia d’argento per la resistenza e medaglia d’oro al valor civile”, questa la battaglia annunciata dalla forze di sinistra in questi giorni. Giorni costellati da una sequela di insulti e deliranti attacchi sparati da entrambi i fronti sui social dei quali siamo stati testimoni ed in parte anche vittime: rei secondo alcuni di aver pubblicato comunicati inviatici da Rifondazione Comunista (qui), quindi accusati di prendere le parti degli uni contro gli altri.
Una precisazione riteniamo sia doverosa: Gazzetta della Spezia da sempre (siamo nati con questo intento e continueremo a farlo), ha dato spazio a tutti e siamo stati i primi in assoluto a distinguere il prodotto redazionale dai comunicati i quali, sul nostro giornale, escono direttamente a firma di chi li invia, siano partiti politici, associazioni, enti o quant’altro.Ciò che accade quindi è frutto della cosiddetta modernità, che non è buona o cattiva di per sé ma certamente è capace di far uscire allo scoperto l’ignoranza più becera in contemporanea con le migliori e interessanti argomentazioni.
Certo che controbattere agli insulti è sbagliato, almeno secondo noi, mentre riteniamo giusto e corretto controbattere e discutere su critiche argomentate e puntuali, rare purtroppo nel mondo dei “social network”, evoluzione estesa dei “quindici minuti di notorietà” di wharoliana memoria.Oggi la superficialità è innegabilmente al potere e il mondo dei social è l’agorà dove ognuno ha diritto di parola e purtroppo dove molti si sentono “liberi” di poter dire qualsiasi cosa convinti che nel mondo virtuale le responsabilità non esistano, annacquate dai miliardi di utenti che in ogni momento fanno di tutto per mettere in piazza le proprie abitudini, il proprio privato, le proprie idee e non ultimo vomitando odio senza alcun freno nei confronti di chiunque la pensi in modo differente.
In un mondo occidentale che si riempie la bocca con paroloni come “le nostre radici culturali”, “l’illuminismo” etc. suona strano cercare di zittire chi non la pensa come noi, specialmente da parte di chi professa come propria identità democratica la lezione storica rappresentata dal primo dopoguerra, dalla resistenza e dal dialogo come base fondante della società dove oggi viviamo.
Quindi ciò che possiamo e vogliamo dire a chi insulta noi giornalisti o chiunque altro sul web è in sostanza: “ciò che dici e ciò che scrivi sono tua responsabilità. Odio e insulti compresi. La copertura del web ti rende sicuro e ogni like alle tue parole ti fa credere di non essere solo”. Hai ragione. Come diceva un vecchio adagio, mai passato di moda: “La madre degli imbecilli è sempre incinta e oggi più che mai risulta indaffarata a procreare. La prova sta di fronte, evidente, a chiunque abbia un account social”.
Tornando alla querelle sull’apertura della sede di Forza Nuova e sulla reazione dei “compagni” riguardo ai “fascisti”, siamo oggi costretti ad assistere a pantomime di questo genere, usate più che per fare politica solo a proprio uso e consumo, per giustificare la propria esistenza di fronte a risultati elettorali che vedono gli opposti schieramenti litigare dall’alto del proprio zero virgola (da una parte e dall’altra). E se i cosiddetti rappresentanti della sinistra che si definisce democratica e portatrice dei valori di libertà si mettono a fare il contrario, negando anche il diritto di aprire una sede a un movimento politico (discutibile finché si vuole ma che alle ultime elezioni ha presentato anche un proprio candidato sindaco) inevitabilmente si espongono a critiche argomentate, dall’altra parte è evidente che Forza Nuova, forte della propria posizione di nicchia, ha tutto l’interesse a fomentare polemiche che in fondo fanno solo pubblicità al movimento che di democratico ha davvero poco o nulla ma che risulta molto bravo a suscitare interesse in un momento che vede la politica tradizionale colare a picco in termini di interesse e consenso.
Quindi possiamo anche dire che si litiga fra sordi, che le posizioni restano inconciliabili, che si andrà verso un ingigantirsi del “dibattito” a tutto vantaggio di chi dallo zero virgola vorrebbe passare così allo zero virgola qualcosa, a discapito della politica vera, quella che parla dei problemi, delle soluzioni, del futuro.
Un velo di tristezza che porta a considerazioni amare, a litigare su un passato ancora per troppi versi oscuro, a discapito del futuro di tutti, prigioniero delle liti fra “zerovirgola” ancorati ad un passato che non tornerà mai più, fortunatamente, né vestito di nero né vestito di rosso.