Con il red carpet Toti ha offeso Porto Venere. Perché quel tappeto rosso che attraversa tutto il borgo e arriva fino alla Chiesa di San Pietro non è solo uno sfregio volgare a un patrimonio storico e artistico unico, ma rappresenta anche un vero e proprio danno materiale. Come abbiamo scritto in una lettera inviata alla Soprintendenza e all’Unesco (Porto Venere è patrimonio mondiale dell’umanità dal dicembre del 1997) i chiodi con cui è stato fissato il red carpet danneggiano le antiche pietre del selciato e vorremmo capire quali autorizzazioni hanno avuto le Giunte regionale e comunale per avviare un’operazione del genere. Inoltre è davvero difficile non notare la stridente contraddizione fra l’apparente modernità del tappeto rosso e la sua collocazione in un contesto davvero unico come questo che, non a caso, conosce specifiche e puntuali misure di tutela.
A nessuno che ami davvero questa terra aspra e bellissima, riservata e orgogliosa com’è la Liguria sarebbe mai venuta in mente un’operazione così ridicola. Questa regione è stata costruita con la fatica umana, da gente umile che ha rispetto per la sua terra. E adesso si trova vittima di un’operazione di marketing penosa, che non ha nulla a che fare con la sua storia.
I consiglieri regionali del Pd Raffaella Paita e Juri Michelucci.