"Il colpo, duro e profondo, ricevuto è di quelli che lasciano il segno e se non saremo in grado di capirne le ragioni, in parte dovute anche ai notevoli mutamenti avvenuti nella società contemporanea che non riusciamo più a leggere e interpretare (sicurezze, nuovi lavori, ambiente), saremo condannati ad un ulteriore isolamento civico e politico. E per farlo ci sarà bisogno di tutte le energie umane e politiche di cui dispone il partito, in uno sforzo straordinario di sintesi unitaria.
E' un voto, questo, figlio delle forti e colpevoli divisioni del gruppo dirigente spezzino (che a sua volta ha prodotto spaccature tra i partiti del centrosinistra), che solo un allargamento del perimetro politico di discussione a tutto il partito provinciale avrebbe potuto attenuare. E qui, c'è un rammarico personale per non essere riuscito a far comprendere, fino in fondo, l'opportunità che avremmo potuto cogliere in tutte le fasi che ci hanno portato all'appuntamento elettorale, di non restringere al solo ambito della unione comunale spezzina, decisioni e analisi proprie di tutto il partito.
Il partito democratico è nato con una forte capacità aggregante e nei ballottaggi tendeva ad espandere il suo consenso, oggi invece tendiamo all'isolamento, creando ancora dinamiche di aggregazione ma contro di noi. Siamo stati, da sempre, l'interlocutore privilegiato del civismo mentre in questa tornata elettorale molte liste civiche non hanno dialogato con noi, preferendo il centro destra. L'elettorato sia locale che nazionale, inoltre, esprimeva un alto tasso di fedeltà al partito mentre oggi è spinto all'astensione.
Mi sono chiesto, e penso di non essere il solo, come gli indiscutibili risultati raggiunti in città dall'amministrazione Federici non abbiano prodotto il consenso sperato. Forse bisognerebbe riflettere sulle modalità da utilizzare affinché le necessarie e anche giuste decisioni che un governo cittadino è chiamato a prendere non scivolino nell'arroganza, ma si traducano in una feconda fase di ascolto della città e in un'occasione di paziente tessitura e creazione di coesione sociale.
Reputo insufficienti le ipotesi di ripresa di consenso attraverso la ricerca del solo voto moderato, se non coniugato ad una analisi profonda sul fenomeno dell'astensione, che da qualche tempo colpisce soprattutto il PD. E qui la ricerca di unire i riformismi in maniera più larga legandoli ai bisogni dei cittadini, credo sia un obiettivo irrinunciabile. E' bene ricordare che non è impossibile unire il centro con la sinistra senza disperdere le proprie peculiarità. E' l'egemonia della proposta politica che fa la differenza rispetto all'elevata accentuazione delle specificità dei singoli partiti. Qui in Liguria certo non scopriamo l'acqua calda, Burlando vinse così e molti comuni adottarono questa formula vincente.
La politica che conosco è quella della ricerca dell'unità e dell'apertura, fin dove è possibile, il Partito Democratico è nato per questo e vale per ogni livello. Perpetuando queste ragioni non c'è nessun tentativo di sovvertire niente e nessuno. La diversità, essendo un valore assoluto in democrazia, deve essere vissuta come un arricchimento e non praticata in maniera strumentale come un ricatto.
Io, come tanti altri, ho ricevuto molto di più di quanto ho dato e sarò per sempre grato a questa comunità, di uomini e donne, che non si merita certo scelte di tipo esclusivamente personalistico, senza nessuna giustificazione, e che nulla hanno a che vedere con il suo bene. L'etica in politica è fondamentale, praticarla è soprattutto un dovere a cui non bisogna sottrarsi. Ricominciamo da queste poche e certamente non esaustive riflessioni, credo possa essere un buon viatico per poter ripartire a costruire e riconnettersi con i bisogni dei cittadini.
Infine un sincero ringraziamento a Paolo Manfredini, che ha affrontato con coraggio e competenza queste elezioni. Adesso attorno a lui si dovrà formare il nucleo delle opposizioni al governo del Centro Destra; un'opposizione costruttiva che parli alla città e sappia con lei e con le sue articolazioni civiche costruire uno schieramento che possa ambire al ritorno alla guida della città. Questa è la bellezza della democrazia".
Senatore Massimo Caleo, vicepresidente Commissione Ambiente