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Trasporti Pubblici, secondo il WWF la Regione sta perdendo un'occasione In evidenza

L'Associazione ambientalista ritiene che il piano al vaglio del Consiglio regionale guardi al ritorno economico piuttosto che ai bisogni del'utenza e alla salvaguardia dell'ambiente.

Il Programma dei Trasporti della Regione Liguria, in votazione in Consiglio Regionale si pone già in partenza due obiettivi che non sono all'insegna di un migliore servizio di trasporto pubblico, ma che, in una miope logica economicistica, portano invece ad un servizio peggiore per l'utenza, la cittadinanza e l'ambiente, anche se più “economico” in termini di immediato e riduttivo bilancio del comparto trasporti a carico della Regione.

Sorprendente che tra gli obiettivi primari venga posto quello del “miglioramento continuo del load factor”, ovvero del fattore di occupazione dei mezzi pubblici. Come qualsiasi utente sa, sia esso dei bus che dei treni, se c'è un elemento che non manca proprio nel trasporto pubblico in Liguria è quello del fattore di occupazione: anzi, sarebbe casomai da porsi l'obiettivo opposto, ovvero un minore affollamento dei mezzi pubblici, bus e treni, spesso simili ai proverbiali “carri bestiame”.

Altrettanto discutibile l'obiettivo del “miglioramento del rapporto tra ricavi da mercato e costi operativi del servizio”. Occorre ricordare che la legge prescrive il 35% di ricavi da tariffe. Il trasporto pubblico in Liguria è in linea generale al di sopra di questa soglia stabilita dalla legge, abbondantemente al di sopra per quel che riguarda il trasporto ferroviario; pari per quel che riguarda quello su gomma, cosa che lo stesso documento di programma triennale dei trasporti conferma, a fronte di altre regioni che a malapena raggiungono l'obiettivo del 35% o addirittura non ci arrivano.

Il terzo obiettivo della “sostenibilità ambientale: la riduzione della congestione del traffico e dell'inquinamento", contenuto nel programma, diventa a quel punto una mera pia intenzione, visti i primi due obiettivi enunciati.

Anzi: autobus “pieni” e tariffe ancor più “salate” di quelle attuali - cose che sembrano essere la logica conseguenza dei primi due obiettivi - non conducono generalmente ad una riduzione della congestione, ma, al contrario, ad un ad un'ulteriore insoddisfazione dei cittadini e quindi ad una propensione al mezzo privato e, in conclusione, alla congestione e all'insostenibilità ambientale.

Mancano in compenso come obiettivi forti:
- il parametro della soddisfazione della cittadinanza;
- il parametro del miglioramento dei tempi di percorrenza, che oltre ad essere un elemento importante di soddisfazione per gli utenti, è anche un'importante fattore di risparmio economico dei costi operativi;
- l'aumento dell'offerta di servizio (complessivamente necessario e sicuramente necessario in determinate fasce orarie) che anch'esso rischia di andarsi a scontrare con il primo obiettivo dichiarato;
- un aumento degli utenti del trasporto pubblico contestuale ad una riduzione dei veicoli privati motorizzati, vera e incontrovertibile testimonianza di politiche tese alla sostenibilità ambientale.

Ma non sono solo gli obiettivi primari del Programma ad essere fortemente criticabili. Anche nel merito altri sono gli aspetti negativi:
- Evidente l'approccio della Regione a considerare il “servizio minimo” a suo carico come un servizio che sarebbe più corretto definire ai “minimi termini”, lasciando in particolare alla Città Metropolitana di Genova ancor di più di quanto non sia ora l'onere di fornire il servizio ai cittadini;
- Assente una seria valutazione economica sul trasporto ferroviario, che vede il 50% di ricavi da tariffe, record italiano, a fronte di un servizio non certo soddisfacente, come testimoniano le proteste dei numerosi comitati di pendolari;
- Magnificazione propagandistica della bigliettazione elettronica, con valutazioni improprie, se non addirittura erronee, in un contesto di pianificazione della mobilità.

A fronte di 23 milioni di euro che la Regione andrà ad investire per la bigliettazione elettronica, sulla cui scelta non è stata fatta una seria valutazione costi/benefici, e che viene presentata nel Programma dei Trasporti come utile per l'utenza - cosa tutta da dimostrare - resta l'impostazione di fondo del Programma dei Trasporti, completamente all'interno di una logica economicista, indifferente al miglioramento reale della qualità del servizio offerto quando non in contrasto con esso, e tutto questo in una Regione che da sempre è avara quando si tratta di investire nel trasporto pubblico e nella mobilità sostenibile, nonostante l'importanza che esso riveste per i suoi cittadini e per il delicato equilibrio ambientale del territorio.

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