"Il ballottaggio Manfredini - Peracchini era il risultato più scontato.
Entrambi hanno dietro partiti, organizzazioni, strutture.
Quasi tutti gli altri "contendenti" sono liste civiche nate da poco, non ben strutturate e organizzate.
Ma guardiamo oltre: uno spezzino su 2 non vota e questo è un dato politico preoccupante (quando la sinistra faceva la sinistra era tema prioritario, ovvero favoririre la partecipazione democratica).
Il secondo dato nasce da una semplice analisi: non raffronto gli schieramenti rispetto a 5 anni fa ma non si può non notare che il PD 5 anni fa raccoglieva più di 10.000 voti e adesso ne porta a casa meno di 5000, perdendo 12 punti in percentuale. E' un giudizio politico su come è stata amministrata questa città?
E' la conferma della distanza tra qualche nominato e il popolo che votava a sinistra?
Sarà un problema di empatia?
Forse tutto, forse altro ma la cosa che conferma che un po' di arroganza fa la differenza (in negativo) nel rapporto tra il PD e l'elettorato è dato dalle reazioni, a diversi livelli, sul dato elettorale.
Si ride sul risultato non soddisfacente delle liste civiche, si ripresenta, in vista del secondo turno, il vecchio pistolotto secondo il quale la responsabilità sarà tutta di chi non vota Manfredini: "beh, se volete dare la città alla destra, fate voi". E' qui il cuore del ragionamento: se la città andrà alla destra la responsabilità è di chi ha governato male, di chi ha già perso le regionali e oggi rischia di fare la stessa cosa alla Spezia, di chi ha perso il senso della realtà.
Ora, non pretendo che in qualche giorno umiltà e rispetto mettano radici in chi non possiede queste caratteristiche ma un sano cambio di atteggiamento sarebbe lecito.
La clessidra verso il secondo turno è stata girata, i granelli di sabbia scorrono veloci verso il basso e tempo ne rimane poco".
Milo Campagni