"Le nostre storie riguardano il mondo della cultura, dei giovani, dell’università e, per questi motivi, abbiamo deciso di contribuire alla vita politica della nostra città, sappiamo da dove arriviamo, sappiamo quali sono i nostri obiettivi. Per costruire il futuro della Spezia si deve partire da questi tre temi: cultura, giovani, università. Non resuscitando il settore delle demolizioni navali. Considerare arte e cultura come campi professionali e ricchezze a disposizione di ogni singolo e, dunque della collettività. Il nostro desiderio è un ulteriore sviluppo del Polo Universitario, investire nella formazione giovanile, nell’informazione e nella partecipazione – soprattutto dei giovani.
Abbiamo delle proposte concrete, per ognuno di questi ambiti: siamo dell’idea che la nostra città si debba distinguere a livello nazionale e internazionale attraverso un numero ancora maggiore di personalità di richiamo, esperti del contemporaneo. Solo con la circolazione di informazioni e la contaminazione è possibile il costante rinnovarsi delle idee, delle sensibilità.
Per noi i luoghi dell’arte sono vivi, non teche – sono il cuore dal quale si dirama il sistema circolatorio della cultura, in tutto il territorio. Non vogliamo rinunciare a una prospettiva partecipativa che veda il massimo numero di cittadini coinvolti, al fine di favorire buone pratiche sociali, includendo un pubblico molto differenziato.
Pensiamo al Camec come a un luogo aperto, permeabile, un laboratorio che possa accogliere una scuola per l'eccellenza creativa. Il Camec deve diventare il luogo dell’incontro e della contaminazione tra generazioni. Crediamo che non esistano solo i beni, le proprietà, crediamo che queste non siano niente se non si dispone degli strumenti per interpretarle, per viverle. Per questo riteniamo che la letteratura, la storia letteraria del territorio siano elementi che concorrono alla sua unicità. La Spezia è il baricentro del Golfo dei Poeti. Per questa ragione intendiamo valorizzare i fondi bibliotecari del Comune che riguardino la scrittura in versi (biblioteca della poesia) e proporre la nostra città come crocevia imprescindibile per le esperienze poetiche coeve, nazionali e internazionali, tradizionali e di ricerca. La poesia è un esercizio costante che riguarda la lingua del nostro pensiero, crediamo in una costante ginnastica del cervello.
Il Polo Universitario vedrà nei prossimi anni il suo momento di crescita e sviluppo più significativo, grazie alla nuova sede nelle ex ospedale Falcomatà e ai laboratori in arsenale: questo processo va accompagnato e sostenuto e possibilmente ampliato anche a nuovi settori strategici. Fondamentale è il rapporto tra mondo dell'istruzione e mondo del lavoro e il sodalizio tra pensiero tecnico-scientifico e umanistico. Internazionalizzazione, sviluppo congiunto con le aziende, spazi e strumenti a disposizione per i nostri giovani laureati che intendono offrire servizi o aprire start-up devono essere i pilastri su cui edificare il nostro futuro, il futuro dei giovani spezzini deve essere dignitoso e non subordinato all’atteggiamento fintamente caritatevole di qualche gruppo industriale. Questo per dire che la città nella quale ci identifichiamo dà la possibilità ai suoi giovani di autodeterminarsi e non li obbliga a un’esistenza subordinata dagli interessi dell’una o dell’altra fabbrica.
Siamo persone con pensieri semplici, crediamo in una politica capace di ascoltare, di tendere la mano, di dare a ognuno gli strumenti necessari per crescere e per costruirsi una vita nella quale possa sempre rispecchiarsi. Noi siamo qui per questo, per costruire queste occasioni. Davvero".