Si presenta alle elezioni con la sua lista, sostenendo Peracchini. Come ha maturato questa scelta? Non ha avuto la tentazione di candidarsi in prima persona?
Innanzitutto voglio partire dal dato più importante: dal 1971 la città ha iniziato a decrescere, perdendo il 25% di popolazione; la città sta invecchiando e i giovani non trovano lavoro, con il risultato che l’economia si è fermata, senza che ci siano segnali di ripresa. La produzione è calata, abbiamo assistito alla crisi della Difesa, con il conseguente declino industriale. Io provengo dal mondo dell’impresa e gli incarichi che ho ricoperto, in Camera di Commercio e in Confcommercio, mi permettono di avere un quadro ben chiaro, così ho deciso che era giunto il momento di metterci la faccia e mettermi in gioco in prima persona. Avevo pensato di candidarmi a sindaco, ma gli eventi mi hanno fatto capire che era meglio, e c’erano i presupposti per affiancare un candidato: ho valutato che il centrosinistra e il centrodestra erano gli schieramenti più forti. A questo punto, reputando che le responsabilità della situazione che viviamo adesso sono delle passate amministrazioni (e quindi del centrosinistra), non avrei mai appoggiato quello schieramento e ho visto, invece, in Peracchini la persona giusta.
Sottolineo che io non sono a caccia di poltrone, non ne ho bisogno perché ho un lavoro e rivesto incarichi che mi permettono di non dover scendere a compromessi. Non ho bisogno di mercanteggiare. Sapevo che se mi fossi candidato da solo poi avrei dovuto appoggiare un altro al ballottaggio e, proprio perché non sono un politico, ho preferito scegliere la coerenza e prendere questa direzione fin da subito.
Come ha spiegato, lei ha ricoperto dei ruoli importanti e quindi, come ex presidente di Camera di Commercio e Confcommercio, conosce a fondo il mondo dell’economia alla Spezia, crede che Peracchini sindaco potrebbe rispondere alle esigenze che, anche da presidente di Confcommercio, ci aveva elencato?
Non solo Peracchini, ma tutta la sua squadra. Un uomo da solo non può farcela e credo che, formando una giunta composta da persone competenti, potrà esserci una svolta per la nostra città. Credo che saprà scegliere le persone giuste, non pescando semplicemente dai partiti seguendo logiche di assegnazione senza considerare le capacità e le reali competenze. Ripeto, se così facesse, scegliendo di sottostare a logiche di partito senza guardare alle reali competenze, non mi troverebbe d’accordo.
Nel caso Peracchini venisse eletto potremmo vederla in comune come assessore?
Io esprimo la mia disponibilità, ma devono verificarsi determinate situazioni. Nel caso mi venisse offerto un ruolo del genere, per prima cosa valuterei la qualità della squadra che andrei ad affiancare e poi guarderei il programma, che dovrà essere di alto livello e non di routine. Ho bisogno di due livelli, uno di manutenzione, che oggi vediamo in tutti i programmi, perché sono emergenze sotto agli occhi di tutti, perché sono il biglietto da visita, quindi sicurezza, manutenzione e pulizia, non solo del centro città, ma anche della periferia. Tutti i quartieri sono bisognosi di attenzione secondo me, quindi, prima di accettare un ruolo come assessore, mi preoccuperei di vedere se nel programma c’è questa attenzione: ad esempio, vedrei bene una delega precisa che il sindaco dovrebbe dare ad un amministratore dedicato, che esso sia un assessore specifico o una ulteriore delega; questo amministratore dovrebbe concentrarsi sul territorio in relazione con l’ambiente. Altro aspetto che dovrebbe essere sottolineato con forza nel programma che sosterrei come assessore, è l'attenzione all’ambiente: subiamo il peso delle mille bonifiche non finite, come l’ex Area IP, e credo che su un territorio malato non possa sorgere una buona economia. È indispensabile iniziare dagli scarichi a mare, lavorando per l’allaccio ai depuratori così da evitare sversamenti e procedere con la bonifica del Golfo, che va gradualmente recuperato. Poi questione Aree Enel, che deve vedere il suo futuro seguendo due binari: l’indispensabile bonifica e poi la green economy. Sosterrei volentieri un progetto che identifichi, nell’ex Area Enel del futuro, un centro pilota per incentivare la mobilità elettrica, in linea con gli accordi di Parigi e con la politica nazionale. Questo potrebbe essere un cambiamento decisivo per il nostro territorio che, insieme alla Blue Economy e a tutti i progetti sostenuti dalla Camera di Commercio, potrebbe essere un passo avanti enorme per la buona vita degli spezzini.
Una rivoluzione nel mondo del commercio: considerato che il commercio spezzino ha bisogno anche di risposte veloci e pratiche, ci può fornire due soluzioni, una a lungo e una breve termine?
Sulla situazione del mondo del commercio attuale dobbiamo essere sinceri: la crisi che vediamo non è tutta colpa della grande distribuzione. Dal 2010 il mondo dei consumi è cambiato e questo a prescindere da tutto: ad esempio, è cresciuta la vendita on line. A questo dobbiamo aggiungerci l’apertura delle Terrazze, che ha peggiorato la situazione. Come soluzione a breve termine, proporrei un consolidamento dell’esistente, creando le condizioni per mantenere vive le attività che esistono ora, incidendo sulla fiscalità e aiutandole dal punto di vista economico, ad esempio risparmiando sulla gestione del ciclo dei rifiuti. Abbassando la fiscalità locale si creerebbe un volano che poi permetterebbe agli imprenditori di tornare a scegliere il centro o i quartieri cittadini e, a questo punto, le casse del comune ci guadagnerebbero, perché potrebbe recuperare con le entrate dell’iva.
A lungo termine, invece, lavorerei sul piano della viabilità e della sosta che secondo me vanno rivisti drasticamente: puntando su mobilità elettrica sia con filobus che con minibus, si permetterebbe il recupero di fermate anche, ad esempio, in piazza del Mercato, che secondo me dovrebbe avere una fermata centrale, così da permettere agli anziani di usufruire meglio degli spazi.
Tornando alle bonifiche incompiute, prima parlava di ex Area IP e di Enel, ma per quanto riguarda Pitelli?
Pitelli è sicuramente una ferita aperta che va chiusa, anche sul fronte mare, attraverso bonifiche con un metodo senza dragaggio e ovviamente sulla collina. La mappatura ci dimostra che il Golfo della Spezia non è tutto inquinato, quindi con bonifiche mirate e non invasive ci possono essere dei passi avanti.
Passi avanti anche per ridare alla città uno sbocco sul mare, che sia fruibile a livello di balneabilità?
Certamente. In questo senso, il grande sogno è vedere realizzato il progetto Diga Beach, con il posizionamento anche di strutture apposite. Tutto ciò potrebbe realizzarsi anche potenziando la linea di trasporto marittimo, che sarebbe un notevole investimento per il nostro futuro e per il futuro di tutto il Golfo, da Lerici a Porto Venere.