Voucher: “a volte ritornano”, verrebbe da dire. Come i fantasmi nei peggiori incubi di Stephen King, sembra materializzarsi l’ipotesi di una reintroduzione dei famigerati “buoni lavoro”, inserita di nascosto fra gli emendamenti alla prossima manovra finanziaria. Ciò avviene soltanto a un mese dalla loro abolizione, mossa con cui il governo aveva scongiurato la pesante tegola del referendum CGIL. «Torna il lavoro “gratta e vinci”? Al momento è un’ipotesi più che plausibile. E sarebbe non soltanto una decisione indegna, ma anche una truffa nei confronti del milione e trecentomila italiani che hanno firmato per il referendum abrogativo – dichiara il capogruppo di Rete a Sinistra / LiberaMente Liguria Gianni Pastorino -. Soprattutto sarebbe la dimostrazione lampante del modo di agire del PD e di quali siano i veri scopi di questo governo, ormai commissariato da Renzi. L’impressione è che i nostri governanti siano diventati piazzisti al soldo delle banche e dell’impresa, incapaci di affrontare la realtà, disposti a tradire le più elementari regole di correttezza e democrazia».
«Va ricordato che in seguito all’ammissione del referendum CGIL da parte della Consulta, il governo aveva preferito la ritirata strategica proponendo un decreto, convertito in legge, che eliminava lo strumento dei voucher; quindi estinguendo, di fatto, l’azione referendaria – commentano Pastorino e Battistini -. Se le notizie che giungono dal senato fossero confermate, allora saremmo in presenza di un colpo di mano che getta ombre inquietanti sul governo. Non è una sorpresa, comunque, se consideriamo le ormai solite modalità con cui PD si rapporta con i cittadini e i corpi sociali».