"Non bisogna certo sterminare la specie predatrice, ma occorre avviare un abbattimento selettivo per salvaguardare le attività economiche del nostro territorio. Negli ultimi due anni – spiega De Paoli – si è passati da circa 50 esemplari agli attuali 250. Ossia, siamo giunti alla saturazione del territorio. L'aumento del numero di lupi ha generato molti attacchi agli animali domestici e da allevamento. Recentemente, un allevatore di 88 anni della Val di Vara ha visto sterminato il suo intero gregge, composto da 143 pecore e 80 agnelli, con la conseguente distruzione di un'intera vita fatta di lavoro e sacrifici. Se l'entroterra ligure non si trasforma in una selva inaccessibile, ma l'area boschiva viene mantenuta vivibile, pulita e decorosa, in gran parte lo dobbiamo al duro lavoro di contadini ed allevatori. Queste persone, nel corso degli anni, hanno stabilito un rapporto simbiotico con la natura nel quale le attività umane si trovano in perfetto equilibrio con l'ambiente circostante".
"Pertanto - sostiene l'esponente del Carroccio - é nostro dovere salvaguardare tale delicato equilibrio. A questo va aggiunto che la Regione Liguria ha delle oggettive difficoltà economiche a risarcire tutti gli allevatori per i danni inflitti dai lupi. Inoltre, non sempre il rimborso garantisce un rilancio immediato di un'attività gravemente danneggiata, come nel caso dell'88enne della Val di Vara. Con l'interrogazione ho quindi chiesto al presidente Giovanni Toti ed alla Giunta regionale se sia possibile avviare un programma di abbattimenti selettivi del lupo in Liguria, al fine di tutelare sia l'economia del nostro entroterra, sia l'esistenza della specie predatrice canis lupus".