Un ruolo di primo piano è in questa fase quello del Ministro della Giustizia Andrea Orlando che lavora per evitare la rottura.
"Restiamo uniti e facciamo una battaglia per il PD – ha affermato il Guardasigilli a RaiNews24 - Siamo una forza di autentica sinistra e di riscatto. Non è con l'ennesima sigla che faremo valere di più le ragioni e le richieste dei cittadini. Ci sono ancora ore che ci separano da ulteriori decisioni, usiamole al meglio e facciamo in modo che gli italiani capiscano il merito di questa discussione, che al momento è a molti incomprensibile.
Il PD deve guardare a tutti; non è dividendo un Paese che costruiremo un partito con ambizione maggioritaria. Ora dobbiamo dare risposte, non dividerci.
Non servono i sondaggi, che comunque lo confermano, per capire che la gente del PD è contro la scissione: basta il buonsenso per capirlo e basta andare in un qualsiasi circolo. Gli elettori non vogliono la divisione. Il popolo del PD è per definizione unitario, sono i dirigenti che non riescono a rappresentare questa richiesta di unità".
Alla domanda specifica sulla propria candidatura alla Segreteria, Orlando risponde:
"Il problema non è di persone, ma di costruire un clima diverso. Lavorerò per mantenere il radicamento a sinistra del PD e perchè il PD non diventi una cosa diversa".
Interrogato sul come si è giunti a questa situazione e sul ruolo attuale del Partito Democratico, il Ministro della Giustizia, dagli schermi di RaiNews24, afferma: "Questo è il culmine di un processo che viene da lontano e che possiamo invertire solo parlando del merito, uscendo dal trip del calendario, delle date e delle scadenze e discutendo invece sul messaggio che vogliamo lanciare al Paese.
La situazione internazionale è molto complessa: il mondo rischia di essere ostaggio di una destra pericolosa che si inventa persino i fatti (Trump e l'attentato in Svezia, ndr). Si deve ritrovare il percorso della speranza e dell'impegno comune".