"In verità avremmo preferito restare ai margini di una polemica che riteniamo inutile, strumentale e francamente puerile, ma nel momento in cui vengono attaccati commercianti e artigiani che rappresentano il vero tessuto produttivo del territorio abbiamo sentito l'obbligo di dire la nostra.
Purtroppo riscontriamo che, come spesso accade negli ultimi anni e non solo a Lerici, quando scarseggiano gli argomenti per una sana contrapposizione politica se ne inventano di nuovi con l'unico scopo di alimentare polemiche a mezzo stampa e social media; polemiche volte esclusivamente a non farsi dimenticare.
Affermare che le scelte dell'Amministrazione comunale siano condizionate dalle richieste di commercianti ed artigiani è offensivo e del tutto privo di fondamento, anche perchè – se così fosse – non avremmo dovuto subire le varie decisioni a dir poco scellerate prese dalle precedenti amministrazioni.
Inoltre, e pare quasi superfluo doverlo ricordare, il rispetto delle regole è condizione imprescindibile per qualsiasi attività, e pertanto un mercatino etnico o di qualunque tipo esso sia necessita di una regolamentazione certa e rispondente alle normative vigenti.
Gli Operatori del mercato etnico sono ambulanti tanto quelli del mercato del sabato a Lerici o di quello del venerdì a San Terenzo e come tali, per poter svolgere la propria attività, devono avere una regolare autorizzazione e sono tenuti al rispetto di regole come quelle che prevedono il possesso della Carta di Esercizio, l'attestazione della regolarità contributiva, l'annotazione delle presenze e il pagamento di suolo pubblico e spazzatura.
Il maldestro tentativo di far diventare il mercatino etnico una questione di intolleranza razziale appare quindi surreale e del tutto fuori luogo. Qui non si tratta di accoglienza o integrazione ma semplicemente di legalità e di rispetto delle regole; che devono valere per tutti, a prescindere dal colore della pelle o dal paese di provenienza.