L'esponente del Carroccio prosegue: "È naturale che in situazioni di sovraffollamento, nelle quali il profugo vero convive fianco a fianco con il clandestino ed il delinquente, i centri di accoglienza siano ormai polveriere pronte ad esplodere. Il minimo che si può fare in queste circostanze è garantire l'espulsione immediata di quei sedicenti profughi che mostrano attitudini violente, in particolare quando è palese la motivazione economica che li ha spinti ad intraprendere la traversata per mare (nel Bangladesh, ad esempio, c'è la guerra o la mancanza di lavoro?). Non mi illudo però a questo riguardo, sono sicura che l'accoltellatore di Arcola continuerà ad essere coccolato a spese degli italiani ancora a lungo, finché, riconosciuto clandestino, non scomparirà nell'anonimato come i tanti di cui, ad oggi, non si sa' più nulla. A quel punto dovremmo chiederci però se un soggetto che si è dimostrato, nei fatti, propenso ad atti violenti verso il prossimo, può essere per la società in cui dovrebbe integrarsi un valore aggiunto oppure un possibile pericolo".