La scelta abrogativa che si propone è coerente ed integra le disposizioni introdotte dal Governo Nazionale nella recente legge di stabilità 2016 che prescrivono il divieto di nuove concessioni estrattive entro 12 miglia (22,2 Km) dalla costa o dai limiti delle aree marine protette come quella delle Cinque Terre.
In effetti, oltre al divieto di nuove concessioni a fil di costa secondo quanto previsto dalla recente normativa, è opportuno che si eviti che le concessioni già rilasciate siano prorogabili oltre le relative scadenze, come invece si rende possibile senza l'intervento abrogativo, per 23 concessioni scadenti tra il 2020 ed il 2025, attualmente operative entro le 12 miglia lungo le coste italiane, in prevalenza sull'Adriatico.
Le attività estrattive in mare, al di là dei benefici che forniscono al fabbisogno energetico nazionale che comunque si auspicano sostituiti entro il 2020 dagli apporti di fonti rinnovabili come indicato dalla recente conferenza sul clima di Parigi, producono forti rischi di subsidenza (abbassamento) e di squilibrio dell'assetto idrogeologico di ampi territori costieri oltre a rischi per l'ecosistema del Mar Mediterraneo, notoriamente tra i più fragili del pianeta ed anche uno dei più importanti in termini di biodiversità e di economia (turistica e di pesca) per il nostro paese.