"Questa vicenda impone alcune riflessioni – dicono Paita e Lunardon – Per prima cosa Toti, di fronte ai rilievi del Ministero delle Finanze durante la Conferenza Stato Regioni non ha battuto ciglio e, in quella sede, si è preso l'impegno di abrogare l'articolo 8 della sua legge, dimostrando di condividere la posizione del Mef. Troppo comodo dire di sì a Roma e poi fare della demagogia in Liguria".
Il secondo rilievo fatto dai due esponenti del Pd riguarda la natura dell'articolo 8 della legge 20 2015. "La Giunta regionale – dicono Paita e Lunardon – ha pensato bene di esentare i Comuni liguri alluvionati da un tributo normato dallo Stato come l'Ecotassa, ma si è ben guardata dal dispensare i cittadini di quegli stessi Comuni dal pagamento della cosiddetta 'tassa-Giampedrone', che prevede una multa di 25 euro a tonnellata per chi non raggiungerà i termini di riciclaggio fissati dalla nuova legge regionale. Non spetta alla Regione decidere chi non debba pagare un tributo statale. Se si vuole modificare l'Ecotassa si può sempre iniziare un percorso legislativo a Roma, oppure percorrere la strada degli accordi Stato-Regione come avvenuto in passato. Nel frattempo Toti potrebbe esentare i Comuni liguri alluvionati dal pagamento della tassa-Giampedrone che lui stesso ha appena introdotto. E invece non ci pensa neanche e preferisce applicare degli sgravi fiscali con i tributi altrui".
L'ultimo punto, infine, riguarda la polemica sollevata dalla Giunta regionale in merito a questa vicenda. "Quando arrivano i soldi dallo Stato – concluedono Paita e Lunardon – Toti e Giampedrone sono sempre pronti a riceverli, ma non appena si presentano dei problemi non esitano ad attaccare il governo. Un'amministrazione seria, prima di innescare una polemica, peraltro infondata, cerca di risolvere eventuali difficoltà cooperando e dialogando con le istituzioni nazionali. Fare propaganda non serve a nulla".