La reazione al disastro fu comunque immediata e Pignone fu uno dei primi comuni ad essere pronto, grazie anche alla collaborazione fattiva con il gestore del Servizio idrico Integrato, ad impiegare le risorse messe a disposizione in fase emergenziale dalla Regione per un iniziale recupero funzionale degli impianti.
I lavori riguardarono la riattivazione delle fasi minimamente essenziali al processo depurativo rispondente alle normative ma non riuscirono a coprire il fabbisogno necessario al pieno recupero del pristino stato ante alluvione. I depuratori, infatti, furono originariamente realizzati in un'ottica di conseguimento di margini di sicurezza prestazionale ridondanti e certamente superiori ai livelli minimi richiesti dalla legge.
Per dare la misura dell'impegno complessivo sul servizio idrico integrato necessario a coprire il fabbisogno creatosi dall'evento alluvionale basti ricordare che la valorizzazione degli interventi eseguiti in fase emergenziale grazie alla collaborazione di Comune ed Acam acque fu di circa 200.000 €.
Focalizzando l'attenzione sul servizio depurativo, gli interventi eseguiti in fase emergenziale riguardarono il rispristino delle fasi essenziali (tipicamente sollevamento, grigliatura e trattamenti primari).
Oggi un nuovo tassello si è aggiunto nel processo di graduale recupero del pristino stato. Grazie all'intervento congiunto di Acam acque e del Comune è infatti stato possibile ristrutturare e riattivare, nel corso dell'estate 2015, anche la fase di trattamento di fitodepurazione dell'impianto sito in località Due Canali.
Il tecnici del settore depurazione di Acam acque, su nostra sollecitazione, hanno individuato metodi di trattamento delle acque reflue particolarmente adatti, in termini di ambientalizzazione, allo specifico contesto territoriale di Pignone".
Il dott. Fincato, Direttore tecnico di Acam acuqe annovera tra i vantaggi che tali tipologie di trattamento presentano:
- la semplicità costruttiva, tanto da aver consentito una realizzazione con manodopera tutta interna alla società;
- il basso impatto ambientale;
- l'assenza di odori e rumori molesti;
- la semplicità ed economicità della gestione.
La sezione di fitodepurazione presente è composta da un letto di trattamento del tipo a flusso subsuperficiale (SFS-h, acronimo per Subsurface Flow System - horizontal) che consente di abbattere ulteriormente il carico residuo presente nei reflui.
I bacini di fitodepurazione sono in sostanza aree umide artificiali adeguatamente ingegnerizzate, progettate e costruite per riprodurre i naturali processi autodepurativi in ambiente controllabile.
Nell'impianto di Due Canali il letto di trattamento ha una dimensioni di 15 metri di lunghezza per 9 metri di larghezza e profondità di circa 70 cm. La vasca presenta un sistema di impermeabilizzazione sul fondo e riempimento di materiale inerte a granulometria prescelta tale da garantire il corretto grado di conducibilità idraulica. Il flusso dell'acqua è mantenuto costante al di sotto della superficie del letto e consente lo sviluppo della vegetazione nella parte superiore costituita da piante di Phragmites Australis (canna di palude).
La vegetazione, oltre a contribuire attivamente al processo depurativo, costituisce un valido sistema di mitigazione paesaggistica riducendo così l'impatto impiantistico e favorendo l'inserimento dell'impianto nell'ambiente circostante, già caratterizzato da presenza di estesa vegetazione e flora naturale autoctona, grazie alle ridotte opere di urbanizzazione presenti nelle vicinanze".
"Il Comune - sottolinea in conclusione il Sindaco - grazie al supporto progettuale reso da Acam acque, sta impegnandosi per veicolare possibili ulteriori fonti di finanziamento nel tentativo di anticipare le previsioni di ristrutturazione contenute nel Piano di interventi dell'ATO, che, scontando problemi di elevato fattore di contemporaneità del fabbisogno, non ha potuto fare a meno, in un'ottica di sostenibilità complessiva dell'impatto tariffario, di distribuire gli interventi residuali in tempi medio lunghi.
Auspichiamo che la Regione possa dare ascolto alle istanze di un territorio che vede nel bene ambientale, e dunque nella sua salvaguardia e valorizzazione, una delle principali spinte al suo sviluppo socio-economico". (6 settembre)