A Reggiolo , come riporta la storica Eliana Vecchi: "Il culto si accese specialmente agli inizi del secolo XVIII, nei drammatici riflessi della Guerra di successione spagnola: nel 1702 fu fatto voto solenne di celebrare la festa liturgica del 13 settembre, data della morte dell'eremita, che viene nel documento chiamato " patrono di Reggiolo". Nella seconda metà del secolo passato a Reggiolo [...] si ricostruì nelle forme attuali, neoclassiche, con più ampi volumi, la chiesa di S.Venerio (1775) e si ottenne dal vescovo di Reggio una reliquia, tolta dal cranio del santo, riposta in un mirabile busto argenteo che era stato commissionato già nel 1712. Il frammento proviene da quello stesso cranio che, nel 1960, giunse nel Golfo della Spezia.
Nel 1956, il desiderio di ristabilire il culto di Venerio nel golfo e di poter almeno nell'anniversario della morte consentire alla popolazione il pellegrinaggio al luogo santo, con l'accesso all'isola del Tino, aveva indotto alla fondazione della Pia Unione "Pro Insula Tyro", sotto l'egida pastorale del vescovo diocesano, mons. Stella.
La nascita di un movimento di pietà religiosa produsse importanti risultati anche in campo storico- archeologico, poiché condusse al restauro delle superstiti strutture monastiche del Tino e alle parallele campagne di scavo nell'isola, che misero in luce l'attuale area archeologica. Ma soprattutto il coronamento di questa azione fu il ritorno di una parte delle sacre reliquie nella diocesi spezzina.
Dopo l'istruzione di un ampio fascicolo di documentazione storica presso gli Uffici Vaticani, prodotta a conforto dell'istanza per la restituzione, nel 1959 con breve del 24 ottobre il pontefice Giovanni XXIII nominava San Venerio patrono del golfo della Spezia ( due anni più tardi anche patrono dei fanalisti civili e militari d'Italia), dava inoltre mandato per rettificare i confini della diocesi della Spezia-Sarzana-Brugnato, includendovi oltre al Tino e alle altre due isole, Portovenere, dal 1892 in diocesi di Chiavari.
Nel settembre dell'anno seguente, la Sede Apostolica consentiva la restituzione dei resti scheletrici della testa di Venerio, che, conservata separata dal corpo in un reliquiario ligneo antropomorfo, dopo la rogazione di un solenne atto notarile fra i presuli lunense e reggiano, veniva alle presenze delle più alte autorità religiose riportata nell'isola milletrecentotrenta anni dopo".
De Luca con l'interpellanza chiede al Sindaco di avviare una pratica per la richiesta di gemellaggio con il Comune di Reggiolo in virtù della significativa comunanza delle reliquie di San Venerio e della lunga storia che attraversa i secoli e che accomuna le due cittadine e contestualmente di avviare una collaborazione tecnica per sostenere il Comune di Reggiolo nelle pratiche di richiesta fondi per superare la drammaticità del terremoto rendendo autentica la risposta a quelle esigenze di solidarietà cui si rifaceva il Sindaco, come sopra ricordato.
La Spezia 12 settembre 2012
Luigi De Luca
Consigliere Comunale