Fino ad oggi, infatti, la sinistra genovese, nonostante i proclami ambientalisti, si è salvata smaltendo la rumenta a Scarpino nella seconda discarica più grande d'Italia. Tale discarica peraltro è stata utilizzata fino ai primi anni 2000 anche per accogliere i rifiuti provenienti dalla Spezia.
La chiusura della discarica, però, era nell'aria da anni, ma nessuno ha avuto il coraggio di trovare soluzioni alternative sperando sempre in nuove deroghe per mantenerla aperta. Pertanto ora i genovesi sono costretti a esportare i rifiuti. La scelta è portarli fuori regione in modo diretto o indiretto. In modo diretto se verranno conferiti, per es., in qualche termovalorizzatore del Piemonte, in modo indiretto, invece, se verranno portati alla Spezia.
Conferire il rifiuto tal quale alla Spezia, infatti, significa trasformarlo in CDR (Combustibile Da Rifiuto) e sovvallo presso l'impianto di Saliceti nel comune di Vezzano Ligure. Il nostro territorio, però, non dispone né di impianti per bruciare il CDR né di discariche per smaltire il sovvallo, pertanto anche dalla Spezia il rifiuto "trasformato" viene esportato o fuori regione o all'estero.
Sia alla Spezia sia a Genova le politiche della sinistra hanno portato il territorio regionale a non essere autosufficiente nello smaltimento dei rifiuti e spesso ad avere problemi anche per quanto riguarda il servizio di raccolta con i sacchi di rumenta a invadere le strade. Serve una politica diversa da quella delle mancate decisioni della sinistra ligure. E' necessario fare ciò che oramai da anni avviene nei Paesi occidentali, riciclare quello che è possibile riutilizzare, diminuire la produzione del rifiuto e bruciare il residuo producendo energia elettrica e/o termica."