Allo stesso tempo il comune di Pontremoli non ha deciso se e come aderire alla gara che si appresta ad indire l'Unione dei Comuni della Lunigiana. Arpat ha da poco certificato l'ultima tegola, ovvero la raccolta differenziata a Pontremoli nel 2013 si è attestata al 27% ben distante dalla soglia del 65% richiesta per legge, con "l'aggravante" che la produzione pro-capite di rifiuti è maggiore di 500 kg (521 kg per la precisione). Questo implica il pagamento delle tariffe massime a tonnellata e la sanzione del 20% che andranno a pesare sulle bollette dei pontremolesi. Accontentarsi di rispondere che siamo in buona compagnia non basterà, osservando i dati si può vedere quali sono i comuni più virtuosi, anche se inadempienti per la legge, e quelli meno.
Insomma niente di nuovo sotto il Campanone. Un'amministrazione senza una volontà politica né una strategia sulla gestione dei rifiuti, cosi come sugli altri dossier rilevanti, e che è stata solamente in grado di cancellare l'esperienza di raccolta differenziata avviata dalla precedente amministrazione. Degno di nota è da segnalare un timido dietro front: pare, anche se a macchia di leopardo, che sia iniziato un servizio di raccolta porta a porta presso gli esercenti di Pontremoli".
La chiosa della Longinotti: "Di fatto, ancora una volta, i cittadini sono chiamati a pagare di tasca propria l'incapacità dell'amministrazione comunale".