Continua il consigliere: «La preoccupazione è che dopo questa prima fase di facciata e la sostituzione dei vecchi dirigenti con persone di sua fiducia, Moretti si appresti a fare quadrare i conti con la vendita delle aziende, con tagli al personale e con l'accorpamento dei contratti di servizio e degli appalti che andrebbero di sicuro in appannaggio ai sui amici delle Coop Rosse».
Morgillo ritiene, inoltre, giusto che il territorio solleciti risposte concrete da parte di Moretti per quanto riguarda le strategie future su Oto Melara: il consigliere trova «fuorvianti ed ingenerose» le critiche mosse all'operato dell'azienda da parte del segretario della Fiom Cgil Bellegoni.
«Intanto - dichiara Morgillo - bisogna ribadire che corruzione, ruberie, sprechi e privilegi non hanno riguardato in alcun modo Oto Melara, che dalle inchieste Finmeccanica non è stata neppure sfiorata. Bisogna poi sottolineare che i prodotti Oto Melara sono molto evoluti ed hanno un loro preciso mercato di nicchia che rendono l'azienda competitiva sul mercato. L'Oto Melara è sana e le esternalizzazioni hanno consentito di diminuire il numero di operai e di far crescere significativamente la quota di tecnici e laureati, come si addice ad una azienda europea del terzo millennio».
Continua il vicepresidente: «Se Finmeccanica va male non possono essere sicuramente addossate responsabilità ad Oto Melara che, grazie alla sapiente e lungimirante guida di tutti coloro che si sono avvicendati alla guida dell'azienda, dall'ingegner Stefanini all'ingegner Lardella, ha saputo adeguare i progetti ed i prodotti alle eccellenze mondiali ed ha favorito la crescita di un indotto di altissima qualità».
Conclude Morgillo: «Aspettiamo le prossime mosse concrete di Moretti per conoscere anche un piano industriale dell'azienda. Da spezzini e da liguri dobbiamo essere orgogliosi di avere sul nostro territorio una azienda come la OTO e dobbiamo difendere la permanenza sul nostro territorio delle funzioni vitali».