Tutto nasce dall'ormai nota dichiarazione dell'industriale Guido Barilla, che a Radio 24 era stato netto: "Non farei mai uno spot con una famiglia omosessuale. Noi abbiamo un concetto differente rispetto alla famiglia gay. Per noi il concetto di famiglia sacrale rimane un valore fondamentale dell'azienda". Dichiarazione cui sono poi seguite le scuse di Barilla.
Nel testo della petizione il premio Nobel Dario Fo scrive: "Guido, la sua azienda rappresenta l'Italia: nel nostro Paese e in tutto il mondo. Un'Italia che è fatta anche di coppie di fatto, di famiglie allargate, di famiglie con genitori omosessuali e transgender".
"Mi appello a lei, caro Guido, perché ha modo di ridare all'Italia di oggi la possibilità di rispecchiarsi nuovamente in uno dei suoi simboli e alla sua azienda di diventare ambasciatore di integrazione e voce del presente".
Sono completamente d'accordo con quanto afferma Dario Fo" afferma Rambaudi - "Barilla rappresenta l'idea di casa e di Italia nel mondo. Un'immagine costruita in anni, anche grazie alle pubblicità che hanno sempre trasmesso quel senso di calore e affetto tipico di chi condivide lo stesso tetto. E proprio qui sta il punto. Nell'idea di affetto e di casa che non può essere in alcun modo relegata e declinata solamente agli schemi tradizionali".