«Depotenziare adesso anche il pronto intervento, costringendolo ad una parziale chiusura, significa penalizzare ulteriormente un territorio con un'orografia particolare, distante dall'ospedale spezzino almeno 40 minuti di auto», afferma il consigliere che polemizza: «L'ospedale di Levanto è l'esempio, purtroppo, del cumulo di promesse elettorali fatte dal Comune di Levanto, dal presidente della giunta regionale, Claudio Burlando e dall'assessore alla sanità, Claudio Montaldo. Entrambi alla vigilia delle elezioni si erano assunti degli impegni: a loro dire l'ospedale non sarebbe stato depotenziato, ma al contrario si lanciava l'idea di un polo, un ospedale di comunità dove sarebbero dovuti convivere servizi territoriali con altri di natura ospedaliera. Ma, nonostante queste promesse, nel giro di poco tempo, il nosocomio è stato depotenziato».
Morgillo punta l'indice sui tagli e le carenze dei diversi servizi: «Ricordo, tra le altre cose, la chiusura del laboratorio di analisi e le gravi sofferenze vissute dal reparto dialisi, in particolare nel periodo estivo, quando ci sarebbe stata la necessità di far fronte alle richieste di turisti con esigenza di dialisi. Infatti nei siti turistici si assicura la possibilità di far fronte a questa urgenza sanitaria. Ma, durante la stagione estiva appena conclusasi, questo non si è verificato. Si tratta di un fatto gravissimo che ha creato disagi a chi già quotidianamente deve affrontarne per i suo gravi problemi di salute». Ribadisce il vicepresidente: «Credo che con quanto accaduto non c'entrino nulla i tagli dei costi o la spending review: chiedo all'assessore di fornirmi le motivazioni di questi fatti gravissimi».
Conclude Morgillo: «La giunta deve dire, con chiarezza, una volta per tutte, cosa intende fare di questa struttura. Vorrei capire quali sono le strategie regionali per l'ospedale di Levanto e perché si sta procedendo con un continuo depotenziamento dei servizi ospedalieri in un'area, dal punto di vista sanitario e per la sua orografia, già svantaggiata»