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Per la Commissione Antimafia Luigi Grillo "impresentabile" alle Europee In evidenza

La risposta di Luigi Grillo.

La Commissione Antimafia ha inserito in una lista di sette candidati considerati "impresentabili" alle Europee anche il nome di Luigi Grillo, basandosi sul Codice di Autoregolamentazione delle Candidature. Gli altri nomi inseriti nella lista sono quelli di Angelo D'Agostino (Forza Italia), Marco Falcone (Forza Italia), Alberico Gambino (Fratelli d'Italia), Filomena Greco (Stati Uniti d'Europa), Antonio Mazzeo (PD) e Giuseppe Milazzo (Fratelli d'Italia).

Il Codice definisce i criteri di candidabilità in relazione alla condizione giuridica di coloro che si candidano ad Europarlamentare o Consigliere. Un dispositivo che incrementa i criteri di esclusione rispetto alle norme vigenti. La Commissione Antimafia è responsabile della sua applicazione, nell'ambito delle indagini condotte sul rapporto tra mafia e politica. Il Codice viene applicato alle liste e ai partiti che lo adottano, ma non è vincolante e non prevede sanzioni in caso di non applicazione.

La Commissione contesta a Luigi Grillo sentenze di pena del 2014, patteggiate con una condanna di 2 anni e 8 mesi di reclusione e pena accessoria di non poter contrattare con la Pubblica Amministrazione per 5 anni.

Luigi Grillo, appresa la notizia, ha dichiarato di non aver conti in sospeso con la giustizia e che, se il partito lo ha candidato, significa che ha prima fatto tutte le verifiche necessarie. Grillo ha incaricato il proprio legale di tutelarlo in tutte le sedi civili e penali nei confronti della presidente della Commissione Parlamentare Antimafia Chiara Colosimo, considerando tutto questo un attacco politico e un'azione strumentale a poco più di dieci giorni dal voto.

Grillo ha spiegato che a maggio 2020 il Tribunale di Genova ha confermato che non ha più pendenze con la giustizia e questo, sottolinea, rappresenta una sua riabilitazione.

Luigi Grillo, ex senatore, è stato Consigliere comunale alla Spezia, poi eletto in Consiglio regionale, quindi due volte sottosegretario: la prima volta al Bilancio sotto il Governo Amato, la seconda alla presidenza del Consiglio con il primo Governo Berlusconi, in seguito presidente della commissione Lavori Pubblici per tredici anni e al Senato fino al 2013.

Figura chiave della legislazione sul sistema bancario nella sua lunga carriera politica (prima nelle file della Dc e poi di Forza Italia) Grillo ha firmato provvedimenti fondamentali. Nel 1982, da consigliere regionale fu l’istitutore del parco regionale (poi diventato nazionale) delle Cinque Terre. Da parlamentare è stato responsabile della stesura della “legge Obiettivo”, con cui si è ottenuto il rilancio delle opere pubbliche in Italia, e della legge di riforma del Project Financing, che permette di costruire opere pubbliche con il contributo dei privati qualora lo stato o gli enti locali non siano in grado di far fronte alle spese.

In una mail inviata ai suoi sostenitori, Luigi Grillo spiega le vicende giudiziarie che lo hanno coinvolto riprendendo un articolo di "Innocentiaccusati.it":

"La prima a muoversi è stata la procura di Genova agli inizi degli anni 90, con un’accusa prima di finanziamento illecito e poi di abuso d’ufficio. In entrambi i casi Grillo venne assolto in primo grado e i procuratori decisero di non presentare neanche appello. Poi è toccato alla procura di Milano. Nel 1995 i magistrati indagano il senatore per truffa aggravata ai danni dello stato per aver proposto e inserito nella finanziaria di due anni prima un emendamento che stanziava 120 miliardi di lire a favore delle Ferrovie dello Stato per l’esecuzione dei fori piloti propedeutici alla realizzazione della Galleria di Valico per la linea ferroviaria veloce Genova-Milano. Un emendamento che non riportava la firma di Grillo, bensì dell’allora ministro del Bilancio, Luigi Spaventa, e che peraltro era stato approvato dall’intero Parlamento. Infatti, dopo gli iniziali squilli di tromba di inquirenti e stampa, l’indagine si sgonfia: in sette anni i magistrati non riescono neanche a istruire il processo di primo grado, e così nel 2002 interviene la prescrizione che manda assolte tutte le 35 persone indagate.
Non paga, tre anni dopo la procura di Milano coinvolge Grillo nell’inchiesta per la scalata della Banca Antonveneta. Il senatore viene accusato di concorso morale in aggiotaggio, ma anche stavolta tutto finisce nel nulla: condannato in primo grado, nel 2011 Grillo viene assolto con formula piena “perché il fatto non sussiste” dalla corte d’appello di Milano.

Ma se fino a quel momento l’ex sottosegretario al Bilancio era riuscito a fronteggiare le accuse da uomo libero, nel 2014 le cose cambiano. I procuratori milanesi lo accusano di nuovo, stavolta di associazione per delinquere, corruzione e turbativa d’asta in relazione a vari appalti pubblici, tra cui alcuni legati all’Expo, con altre sei persone. Secondo gli inquirenti, Grillo avrebbe svolto un ruolo di “raccordo” tra il mondo imprenditoriale e quello politico, assicurando ai pubblici ufficiali coinvolti nelle procedure di appalto avanzamenti di carriera. Ruolo smentito dai diretti interessati, che in carcere negano qualsiasi protezione da parte del senatore. I giornali, però, parlano di “cupola degli appalti” e – in maniera molto originale – di “nuova Tangentopoli”. Così, nonostante i suoi 72 anni, Grillo finisce nel carcere di Opera, dove vi rimarrà per quasi tre mesi in stato di isolamento. Seguiranno altri quattro mesi di arresti domiciliari. Dopo questo calvario e dopo aver denunciato le forzature attuate dai magistrati, su suggerimento dei suoi avvocati Grillo decide di patteggiare, solo “come scelta processuale per chiudere la vicenda” e non per ammettere una responsabilità penale. I fatti gli daranno in parte ragione, visto che uno dei funzionari pubblici accusati di far parte della “cricca” e di essere stato favorito da Grillo per gli sviluppi di carriera, Giuseppe Nucci (ex amministratore delegato di Sogin), che a differenza degli altri imputati aveva deciso di non patteggiare ma di andare a processo, verrà assolto nel marzo 2016 dal giudice per l’udienza preliminare di Roma – dove era stata trasferita parte dell’inchiesta – “perché il fatto non sussiste”."

Grillo conclude il messaggio commentando: "Sono consapevole che alla malafede non c’è mai fine e quindi anche tutto questo non sarà sufficiente a far cambiare idea a qualcuno, ma è importante per me ribadirti che la mia coscienza è pulita. Ora mi chiedo: che futuro ha un Paese in cui una persona onesta deve sopportare tutto questo solo perché decide di mettersi (nuovamente) al servizio della collettività?".

Alle Europee si presenta con Forza Italia-Noi Moderati per la Circoscrizione Nord-Ovest che comprende Liguria, Lombardia, Piemonte e Val D'Aosta. Il candidato in questi giorni sta continuando i propri incontri elettorali. In caso di elezione Grillo ha affermato qualche giorno fa durante un incontro in Camera di Commercio con le associazioni datoriali, che vuole lavorare per una riforma che permetta di dare ai parlamentari più potere in fase legislativa rispetto alla Commissione Europea.

 

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