Partito Democratico, Movimento 5 Stelle, Lista Sansa e Linea Condivisa hanno presentato una mozione di sfiducia nei confronti del Presidente di Regione Liguria Giovanni Toti che, dal 7 maggio, si trova agli arresti domiciliari, accusato di corruzione.
E' stato il pentastellato Fabio Tosi ad annunciare, all'inizio della seduta di oggi dell'assemblea regionale, l’imminente presentazione della mozione di sfiducia nei confronti del presidente della giunta Giovanni Toti, chiedendo lo scioglimento del consiglio regionale e lo svolgimento di nuove elezioni.
"È l'unica strada possibile per restituire dignità alle istituzioni, per evitare una situazione di stallo della Regione e garantire un governo regionale che operi nella piena legittimazione democratica e politica. Al di là delle valutazioni di carattere giudiziario, dal punto di vista politico-amministrativo quanto è emerso dall'inchiesta è un'immagine degradata dell'utilizzo dell'istituzione pubblica, con lo spostamento delle decisioni strategiche dalle sedi istituzionali e democratiche ad altre improprie, in un quadro in cui le normali condizioni di trasparenza e legalità della pubblica amministrazione appaiono diffusamente piegate a interessi di parte", scrivono nella mozione i Gruppi di opposizione Partito Democratico, Movimento 5 Stelle, Lista Sansa e Linea Condivisa.
"Il fallimento politico della Giunta Toti - proseguono - è ormai evidente e conclamato, a partire dalla gestione sanitaria, in profondo disavanzo, proseguendo per le politiche ambientali, ai trasporti, dalle infrastrutture alla casa, dal sociale alla cultura. A questo fallimento politico si aggiunge il blocco nei fatti dell'attività amministrativa e istituzionale della Regione, minata nelle sue fondamenta dagli ultimi accadimenti. In questo contesto e per la tutela dell'Ente regione, anche gli uffici regionali adotteranno ulteriore prudenza nella valutazione delle singole procedure, con inevitabili ritardi nell'ordinaria attività amministrativa e gestionale. Visto il perdurare di questa condizione di instabilità politica e amministrativa, unitamente a una già complessa situazione economico e sociale, l'avvitamento istituzionale rischia di acutizzarsi ulteriormente con danni importanti e irreparabili all'economia e alla società ligure".
"Ci troviamo di fronte a una Giunta e a una maggioranza che non ha le condizioni politiche per proseguire, dimezzata per potere e funzioni, senza l'autorevolezza necessarie per gestire nella pienezza delle proprie competenze e con la credibilità necessaria le sfide che riguardano la nostra regione. Una situazione insostenibile, per gli interessi generali della regione, a partire dalla tenuta economica e sociale, che non può proseguire", concludono i Gruppi di opposizione Partito Democratico, Movimento 5 Stelle, Lista Sansa e Linea Condivisa.
La mozione, come ha sottolineato il Presidente del Consiglio regionale Gianmarco Medusei alla ripresa dei lavori dell'Aula dopo una breve interruzione, dovrà essere discussa in una finestra temporale che va dai 3 ai 10 dieci giorni seguenti alla presentazione. Questo pomeriggio alle 17.00 si riunirà lUfficio di presidenza integrato, per definire le modalità di trattazione della mozione di sfiducia.
A cercare di stemperare la tensione è stato il vicepresidente e presidente ad interim Alessandro Piana che ha assicurato che "la giunta andrà avanti con le delibere di competenza senza condizionamenti esterni, così come ha fatto nelle settimane scorse", e ha fatto un appello affinché si procedesse con le discussioni degli argomenti all’ordine del giorno in calendario per la seduta odierna.
Al termine delle votazioni che hanno bocciato (con 11 voti a favore e 17 contrari) la proposta di convocazione urgente dell’Ufficio di presidenza Integrato ed hanno accolto la richiesta di convocazione alle 17.00 di oggi (17 voti a favore e 9 contrari), i consiglieri dei gruppi di minoranza hanno abbandonato l’aula e non hanno più partecipato alla seduta.
Ancor prima dell'inizio della seduta, all'esterno del Palazzo della Regione, un gruppo di persone ha manifestato per chiedere le dimissioni di Toti.