"Ancora una volta la Regione ha dimostrato di non voler prendere alcuna iniziativa politica per riequilibrare l'oggettivo squilibrio tra le Asl liguri. Una disomogeneità che denunciamo da anni e che vede penalizzata soprattutto la Asl 5 spezzina". A dichiararlo il consigliere regionale della Lista Sansa Roberto Centi, che sul tema ha presentato un'interrogazione durante la seduta consiliare odierna.
"Dall'assessore Gratarola abbiamo ricevuto una risposta complessa, nonostante la semplicità del recente aggiornamento alla norma ministeriale che stabilisce come dal 2023 il 98,5% delle risorse vadano calibrate con i bisogni della popolazione residente e la frequenza dei consumi sanitari per età – spiega Centi - Una norma che ha dimostrato di funzionare bene per calcolare il numero degli infermieri, mentre presenta alcuni problemi per il personale medico, non misurando la complessità clinica ma l'assorbimento di risorse economiche in gran parte legate a tecnologie e a beni sanitari".
"Nonostante questi problemi evidenziati – aggiunge il consigliere regionale - la norma ministeriale è uno strumento di gran lunga migliore rispetto all'utilizzo dell'algoritmo nazionale di Agenas, preso a campione da Regione Liguria, come annunciato dall'assessore".
"Rispondere al fabbisogno reale dei territori con un algoritmo penso, infatti, che sia una follia – sottolinea Roberto Centi - Gli algoritmi sono calcoli matematici algidi, freddi, che non tengono conto delle realtà locali, e nei quali è difficile trovare una ratio se non si possono conoscere i dati che vengono inseriti all'interno degli stessi algoritmi".
Nell'interrogazione in aula Centi ha evidenziato i numeri dello squilibrio tra le Asl liguri, citando i dati ottenuti negli ultimi anni con due accessi agli atti.
"Mettendo in relazione la somma di medici, infermieri, tecnici e oss con il numero degli abitanti, per ogni operatore sanitario della Asl 5 ci sono oltre 90 spezzini da accudire. Lo stesso calcolo, fatto per le altre Asl, porta a un sanitario ogni 75 abitanti della provincia di Imperia, uno ogni 68 nel Tigullio e uno ogni 58 in provincia di Savona – rimarca il consigliere regionale - Impossibile, invece, fare il calcolo per la Città Metropolitana di Genova, dove oltre al personale assunto da Asl 3 c'è quello delle aziende ospedaliere San Martino, Galliera, Evangelico e Gaslini, presidi che accolgono anche molti liguri provenienti dai margini della regione. Un conteggio che quindi non avrebbe compiutamente senso, ma porterebbe, senza alcun dubbio, a un valore decisamente migliore rispetto a quello spezzino".
"Di fronte alla fotografia numerica di questo squilibrio – conclude Centi – auspico che la Regione, sempre in prima linea nel rivendicare una maggiore autonomia da Roma, corra ai ripari, facendo leva sulle sue competenze in materia, senza demandare ad un algoritmo nazionale".
