Il combinato disposto tra la grottesca vicenda del dimensionamento scolastico portata avanti da Regione Liguria a fine Novembre e la norma contenuta nel decreto milleproroghe varato da poco dal governo, che abbassa di quattro unità in Liguria le scuole da accorpare, ha generato incertezza e confusione non solo negli addetti ai lavori, uffici scolastici regionali e provinciali, dirigenti scolastici e docenti, ma soprattutto negli alunni e nelle loro famiglie, che in tutte le province della Regione non sanno ancora che fine faranno.
Le uniche certezze sono che la matassa ingarbugliata dalla Regione e dalle Province stesse verrà sbrogliata d'imperio da un Commissario ad acta e che al momento le uniche province che hanno proceduto al loro compito, peraltro in modo raffazzonato e rocambolesco, sono state La Spezia e Imperia, che hanno eliminato rispettivamente tre e quattro dirigenze, accorpando di fatto rispettivamente sei e otto scuole.
Genova non ha fatto nulla e Savona non ha accorpato in due casi su tre.
Si è verificato in pratica quello che avevamo denunciato più volte sia nelle Commissioni che nei Consigli Regionale e Provinciale: come al solito in questa Regione esistono figli e figliastri e come al solito La Spezia finisce nel tritacarne, o per mancanza di iniziativa politica nel difenderla o per incertezze e parzialità nelle procedure.
Ora la situazione pretende un'unica soluzione, visto che il Governo, con grave errore e tra mille autentici sprechi, ha insistito nel non destinare alla scuola i fondi aggiuntivi che le consentirebbero di procedere senza tagli: si accorpino in fretta le scuole genovesi che devono essere accorpate (almeno 4 su 6) eliminando uno squilibrio prevaricatore e furbesco nei confronti del resto della Liguria e si accorpi una scuola in meno in Provincia della Spezia e una in provincia di Imperia.
E soprattutto si colga l'occasione per rivedere in ogni provincia il piano generale di dimensionamento, adottando soluzioni serie e condivise, che guardino realmente ai territori, che prevedano nel caso anche distribuzioni e spacchettamenti diversi dei plessi nella distribuzione alle singole scuole.
E infine che si adottino criteri che guardino a una realistica proiezione futura del numero di alunni e tengano conto delle progettualità didattiche e formative, senza favoritismi politici o territoriali, come accaduto alla Spezia e da noi più volte denunciato.
Roberto Centi
Giorgia Lombardi
LeAli a Spezia