Premesso che il dimensionamento scolastico previsto dal governo non serve a risolvere i problemi della scuola anzi indebolisce il sistema capillare e fondamentale per l'istruzione, in Liguria la situazione si presenta ancora più grave per l'incapacità di province, Città metropolitana e Regione di gestire gli accorpamenti, come dimostrato in Commissione. Con un atteggiamento irrispettoso, irriguardoso e inspiegabile Province e Città metropolitana non si sono presentate alla Commissione regionale dedicata al dimensionamento scolastico e la giunta ha presentato un piano parziale e dai criteri poco chiari, che rischiano di peggiorare una situazione già critica.
In Liguria sono 16 gli accorpamenti previsti: sei nella provincia di Genova, tre a Spezia, tre a Imperia e tre a Savona. Entro il 30 novembre le Regioni devono comunicare al Ministero il nuovo dimensionamento, ma la Liguria è impreparata: la Città metropolitana non ha fornito nessun documento; la provincia della Spezia ha fornito una proposta, smentita da una nota che presenta richieste diverse, ma che sembrerebbe senza valenze dispositive; Savona ha presentato una proposta parziale come anche Imperia. Serve una regia, perché se no una legge sbagliata rischia di creare ancora più danni e trattamenti disomogenei tra territori.
La Regione ha la responsabilità del dimensionamento e, in base alla normativa, dovrebbe mettere in mora chi non adempie chiedendone conto ed eventualmente, nel caso in cui non ricevesse risposta, sostituirsi per redigere il piano. Ma la Giunta ha detto chiaramente in Commissione che non lo farà preferendo correre il rischio di farsi commissariare. Così il dimensionamento passerebbe nelle mani di una persona che non conosce il territorio e le sue esigenze, con conseguenti ripercussioni. Un pasticcio e un altro fallimento di Toti e dei presidenti delle province che non si assumono la responsabilità di pianificare e governare i territori.
È l'ora di voltare pagina e auspichiamo che quanto sta succedendo possa far chiarezza sul fallimento di una classe dirigente. Lo abbiamo visto con il Piano socio sanitario, lo vediamo oggi con le scuole dove Provincie e Città metropolitana se ne lavano le mani e la Regione gli dà l'acqua per lavarsele.
Davide Natale e Roberto Arboscello
consiglieri regionali del Partito Democratico