"Una notizia ce l'abbiamo: l'idrogeno non si farà". È una frase pronunciata lunedì 30 ottobre in Consiglio Comunale alla Spezia, con tono paradossalmente trionfante, dall'assessore Saccone, la quale ha spiegato anche che c'è stata una lunga trattativa per l'accordo di riservatezza riguardante il protocollo stilato dal Comune con ENEL.
Non sorprendono le dichiarazioni confuse e la richiesta di occultare documenti e notizie, la giunta Peracchini ha stabilito che va bene così, che l'azienda possa non assumere nessun vero impegno verso la città e che l'area sia lasciata nella più totale incertezza, pur essendo uno dei pochi asset di un possibile rilancio occupazionale del territorio.
Questa bizzarra tesi dell'acquiescenza verso un'impresa che pure ha una responsabilità sociale verso il territorio, il nostro, in cui ha operato per decenni con la centrale, è stata rilanciata anche dal consigliere Viviani della Lega. Per chi non si fida invito a riascoltare il suo intervento. Meno male che loro erano quelli che volevano difendere la sovranità dei popoli sullo strapotere dei poteri economici.
L'unica cosa certa è che su ENEL la destra spezzina non sa che pesci prendere e si dimostra appiattita su una posizione di attesa, senza una vera volontà di incalzare gli interlocutori compreso il Governo, che considera chiaramente la Liguria come un territorio dove portare problemi e non opportunità, si veda la vicenda del rigassificatore di Vado.
Ho voluto essere presente al Consiglio comunale proprio per sostenere il lavoro dei nostri consiglieri, insieme ad altri esponenti del Partito Democratico, i quali hanno provato e continueranno a provare a costringere la giunta comunale a interessarsi delle problematiche ambientali, di salute e delle reali prospettive occupazionali dell'area ENEL.
Brando Benifei
Europarlamentare e capodelegazione PD al Parlamento europeo