Le domande di reddito di cittadinanza revocate in Liguria sono 1988 di cui 1002 a Genova, 371 a Imperia, 238 alla Spezia e 377 a Savona. Di questi, molti di coloro che sono definiti 'occupabili' - in base alle norme che hanno modificato il reddito di cittadinanza - lo sono solo sulla carta. Perché non hanno sufficienti competenze per trovare lavoro o perché sono troppo anziani per un impiego.
Il governo con un sms, ha detto loro di rivolgersi ai Comuni, ma i Comuni non hanno gli strumenti e il personale per gestire le richieste. Le Regioni, compresa la Liguria, non sono ancora pronte (alcune di esse forse mai lo saranno) nei programmi che dovrebbero aiutare queste persone a migliorare le loro competenze e quindi la probabilità di trovare lavoro. Un pasticcio insomma. Un misto di protervia ideologica e approssimazione.
Siamo di fronte a una norma che andrebbe cambiata, per non accrescere disuguaglianze già marcate. Ma se questo governo si ostina su questa strada serve almeno un rinvio per dare agli enti locali la possibilità di organizzarsi per ridurre l'impatto di questa scelta. Le modalità fino ad oggi usate si sono dimostrate inadeguate e superficiali.
La legge, con un tratto di penna, ha qualificato queste persone come occupabili, ma la realtà non si cambia con un tratto di penna. Oggi questo aspetto emerge in tutta la sua forza.
La Giunta Toti, invece di accettare supinamente le scelte del governo, si faccia carico del problema e chieda al governo di adottare ogni misura possibile perché questo passaggio non crei ulteriori difficoltà a chi vive già in una condizione di fragilità.
Andrea Orlando
deputato del Partito Democratico