Durante l’ultimo Consiglio Comunale Straordinario di lunedì 26 giugno, si è acceso il dibattito sulla mozione “IL FUTURO DELLA BASE NAVALE E DELL’ARSENALE DELLA MARINA MILITARE DELLA SPEZIA”, presentata da Roberto CENTI e Patrizia FLANDOLI del gruppo consiliare LeAli a Spezia, Massimo LOMBARDI del gruppo consiliare Spezia Bene Comune – Partito della Rifondazione Comunista, Viviana CATTANI, Dino FALUGIANI, Andrea FRAU, Martina GIANNETTI, Andrea MONTEFIORI e Marco RAFFAELLI del gruppo consiliare Partito Democratico-Articolo Uno; Giorgia LOMBARDI e Piera SOMMOVIGO del gruppo consiliare Orizzonte Spezia; Franco VAIRA del gruppo consiliare Gruppo Misto di Minoranza. Quest’ultimo ha poi presentato un ulteriore ordine del giorno.
Ha preso per primo la parola il Consigliere Roberto Centi che ha illustrato la mozione sottolineando che la questione della Base Navale riguarda tutto il territorio e da questo la richiesta di un Consiglio Comunale straordinario. “Crediamo nella funzione del Consiglio Comunale dal quale può scaturire un dibattito, perché il futuro della città dipende anche da quest’area. La città della Spezia è legata da sempre alla Base Navale, ma la situazione nel tempo è cambiata. Le aree occupate oggi dalla Marina Militare sono vaste, ma alcune utilizzate marginalmente. Più di 20 anni fa è stato varato il Piano Brin che voleva intervenire sulla questione, prevedendo una ristrutturazione delle officine di manutenzione all’interno dell’Arsenale, ma è rimasto di fatto lettera morta. Nel frattempo è calata drasticamente la forza lavoro: l’organico dovrebbe toccare 837 unità, siamo fermi a circa 400 di cui 200 andranno in pensione entro il 2024. Riteniamo che la Comunità Spezzina non possa assistere inerme, è necessaria ora più che mai un’iniziativa forte”.
Il Consigliere Centi ha proseguito: “E’ molto preoccupante il programma ‘Basi Blu’, che prevede un corposo riammodernamento della Base Navale spezzina per garantire servizi di ormeggio e logistico portuali a unità navali NATO: è prevista la costruzione di tre nuovi moli all’interno della darsena Duca degli Abruzzi, il Varicella 3 scali 1 e 2, l’ampliamento del Varicella 1, l’ampliamento della banchina Lagora esistente. Tra le opere a terra ci sarà un impatto fortissimo che riguarderà la rimessa in opera dei serbatoi carburanti sotterranei sotto l’abitato di Marola, è previsto un dragaggio di 600.000 m3 di fanghi, di cui due terzi verranno riposizionati all’interno di cassoni per costruire i moli. E’ un lavoro che costerà 350 milioni di euro. Il progetto non è stato oggetto di un pubblico confronto, il cantiere dovrebbe partire nel 2025 e durare 10 anni, con rischi ambientali notevolissimi. Nel caso venga attuato il progetto Basi Blu, le procedure dovranno essere certificate attraverso procedimenti di VAS e di VIA, ma prima bisogna discutere del progetto, che a nostro avviso non porterà alcun beneficio occupazionale per il territorio. Il progressivo decadimento dell’occupazione in Arsenale proseguirà e il progetto Basi Blu riguarderà solo le infrastrutture. Inoltre, se così realizzato, determinerà anche la perdita della speranza per gli abitanti di Marola di riguadagnare l’accesso al mare. Quindi è necessario un piano strategico e l’attivazione di un tavolo che riunisca tutti coloro che sono interessati a parlare concretamente di questo problema. Dovrà essere messa in campo una politica industriale, per le aree militari in disuso ed essere prese decisioni a tutti i livelli, stanziando risorse per la messa in campo di idee cantierabili e la bonifica dei siti urgente”.
Il Consigliere Centi ha poi concluso: “Pensiamo che il Consiglio Comunale debba farsi promotore di iniziative e, noi, ne proponiamo alcune: l’attivazione di un tavolo di confronto a livello nazionale che comprenda anche il Governo e i Parlamentari, le rappresentanze del territorio, lo Stato Maggiore della Difesa, la Marina Militare e gli enti locali; la realizzazione di un Masterplan condiviso con la Marina Militare per cercare di dare una destinazione nuova a tutte le aree dismesse, concentrando le aree periferiche all’interno dell’Arsenale, liberando spazi sia a ponente che a levante; un’analisi approfondita del programma Basi Blu per valutare le ricadute sul territorio sia delle infrastrutture che delle nuove servitù militari; un Contratto Istituzionale di Sviluppo (CIS) per il riutilizzo di aree dismesse e che richiedono una sinergia territoriale; l’attivazione di una Commissione temporanea per seguire l’evolversi dei fatti che devono muovere da un modello di trasparenza, di cui il Consiglio Comunale deve essere protagonista”.
Ha preso quindi la parola il Consigliere Franco Vaira che ha spiegato i motivi per cui il suo gruppo si è distaccato dalla mozione presentata dalla minoranza, sebbene ne condivida molti punti. “Il mio gruppo non ha aderito alla mozione perché crediamo mancasse una parte centrale, cioè il Consiglio Comunale ritiene che la presenza della Marina Militare alla Spezia sia da difendere e sviluppare? Se è così si può discutere tecnicamente il progetto, ma si deve sapere che un potenziamento della Base Navale richiede un adeguamento strutturale, perché se fosse vero quanto sentito dal Ministro Crosetto, La Spezia diventerebbe la sede di una flotta navale cospicua, e questo non può avvenire senza rinnovare l’Arsenale, garantendo un supporto tecnico operativo alla flotta. Sono legittime le preoccupazioni della popolazione e proviamo amarezza per chi, come noi, ha scoperto di questo progetto soltanto dai giornali. Credo anche che questo progetto si debba inserire in un programma di politica europea e NATO: se crediamo ambiziosamente che la Base Navale spezzina possa avere un futuro anche occupazionale, è chiaro che dobbiamo fare a gara con altri paesi, penso ad esempio a Tolone”.
Vaira si è chiesto anche se sia possibile intervenire sul progetto per modificarlo. “Pensiamo al deposito di carburanti nelle gallerie sotto Marola con i rischi e gli odori che questo comporta. Crediamo non sia necessario costruire un megaparcheggio per gli equipaggi fronte mare, ed è importante capire se il depuratore debba essere fatto sotto le case. Credo ci siano questioni che non stravolgono l’impianto del progetto, ma possano essere discusse con la popolazione, cercando di avviare con Marina ed enti preposti una discussione seria. L’ultima domanda: c’è un futuro occupazionale o questi fondi vengono spesi solo in infrastrutture? Cerchiamo di fare in modo che siano di vantaggio all’economia locale, abbiamo know how e imprese che possono beneficiare di questo investimento dando respiro occupazionale, recuperando dall’altra parte spazi che possono essere restituiti alla città. Questa è secondo noi la battaglia che il Consiglio Comunale deve fare”.
Il Consigliere Peserico ha poi preso la parola spiegando alcuni punti dell’ordine del giorno presentato dalla maggioranza: “Abbiamo pochi dipendenti civili, meno militari, molte aree in disuso. Dobbiamo però guardare al futuro. I dialoghi ci sono, il Ministro è venuto alla Spezia, nel nostro documento chiediamo vengano riferiti i fatti al Consiglio Comunale, per quanto reso possibile dalla riservatezza. Credo che la nostra città abbia bisogno del turismo, ma non può vivere solo di questo. Ai fini dello sviluppo economico locale, l’Arsenale può diventare un sito industriale pubblico-privato, portando occupazione, senza perdere la vocazione militare. Se il Ministero della Difesa non dovesse portare avanti un progetto come Basi Blu, sicuramente il nostro Arsenale diventerebbe obsoleto. Si parla di bonifiche, di inquinamento: come tutti i siti industriali, anche l’arsenale avrà contribuito a ciò, in passato c’era una sensibilità e leggi diverse. Credo che la presenza della Marina abbia, però, anche contribuito a salvare delle aree: pensiamo al Campo Montagna, se non fosse stato militare, credo che al posto di un campo avremmo un quartiere con palazzine”.
Ha preso poi la parola la Consigliera Martina Giannetti per difendere la mozione presentata dalla minoranza sottolineando il ruolo fondamentale del Consiglio Comunale e l’importanza secondo lei di allargare la discussione alla città, quando invece né il programma Basi Blu, né lo studio di fattibilità, sono stati resi noti ai cittadini. Né ad oggi è noto il pensiero del Governo attuale sulla strategicità di questo progetto. “E’ vero che è venuto il Ministro e ha utilizzato parole che andranno riempite di contenuto. All’interno di 350 milioni non sono state previste ricadute occupazionali sul territorio. Non ho sentito parlare degli effetti ambientali di questo progetto. Nel documento della maggioranza, non è stato previsto un ascolto della popolazione di Marola e questo significa precludere la possibilità di portare avanti le istanze dei cittadini. Poi chiedo perché non si consideri nemmeno la restituzione a Marola dell’area di 6.000 m2 che era già stata oggetto di interlocuzione tra l’Amministrazione Federici e Difesa Servizi S.p.A.. Infine, ci deve essere spiegato come effettivamente debba essere gestito l’equilibrio tra pubblico e privato in Arsenale, e come questo possa essere a favore della città e non uno sviluppo chiuso”.
Il Consigliere Massimo Lombardi ha aggiunto che “Basi Blu” è un progetto logistico della NATO che non tiene in considerazione le aree inutilizzate e necessarie agli usi civili e che vede la città soggetta a scelte fatte a Roma. “La nostra mozione evidenzia che la città vedrà una cantierizzazione nell’area di Marola e del ponente, senza ricadute lavorative e disagi in una parte di città già vessata: i serbatoi, i fanghi, il Golfo è sito di interesse nazionale, abbiamo visto il dragaggio che danni ha fatto. Penso sia legittima la preoccupazione della popolazione. Non si può spacciare il progetto Basi Blu per quello che non è, non è rilancio dell’Arsenale e dell’occupazione, ma una mera operazione logistica con alti impatti a livello ambientale. Il progetto non va inoltre a rimettere in movimento quelle professionalità all’interno dell’Arsenale che erano un esempio di eccellenza. La nostra mozione, comunque, non è in contrasto con uno sviluppo civile in Arsenale”.
Il Consigliere Cenerini, facendo riferimento alla richiesta della minoranza di istituire una Commissione temporanea, ha sottolineato che sono temi che vanno discussi in una Commissione ordinaria.
La Consigliera Patrizia Flandoli ha evidenziato come le aree espropriate per l’Arsenale siano vaste e che la città ha rinunciato a spazi ed edifici ora abbandonati, che crede sia giusto le vengano restituiti. “Sto pensando ad un accesso al mare negato per sempre agli abitanti di Marola. E poi l’aspetto ambientale con un progetto calato dall’alto senza un confronto tra le parti e che inciderà sulla vita dei cittadini. Con Basi Blu verranno costruiti tre nuovi moli con 10 anni di lavori previsti, riattivati serbatoi di carburanti sotto alle case e all’unica strada che collega La Spezia con Portovenere, verrà dragata una parte del Golfo per consentire il passaggio e pescaggio di almeno 12 metri per le navi. Ma il progetto non prevede la riqualificazione delle officine dell’Arsenale. Non è possibile non coinvolgere i cittadini. La nostra mozione chiede quindi che Sindaco e Giunta diventino parte attiva di un confronto a più voci: governative, militari e sociali che diano risposte concrete. Una Commissione consiliare, può aiutare questa transizione, valutando con onestà intellettuale un progetto poco convincente e molto impattante. La richiesta è quella di individuare un piano condiviso sul futuro delle aree militari e una riqualificazione delle stesse”.
La Consigliera Giorgia Lombardi ha evidenziato come il Progetto ‘Basi Blu’ sarà impattante per tutti i cittadini senza preoccuparsi delle conseguenze ambientali. “Bisogna pensare al dragaggio, non solo i fanghi che verranno più o meno utilizzati, ma anche l’inquinamento dell’acqua, come è già successo. Non c’è stata una valutazione di rischio di dispersione delle sostanze pericolose. Prima di avviare un progetto bisogna fare una valutazione di impatto e sulla sua sostenibilità”.
Piera Sommovigo ha messo l’accento sul fatto che tutti i cittadini si aspettino di avere chiarimenti su quello che accadrà alla nostra città in futuro e che un Consiglio Comunale debba accompagnare un processo come questo. “Taranto ci dà una lezione, sono stati recuperati a fini turistici l’ex stazione torpediniere vicino al centro storico, baraccamenti, due caserme e alcuni studi di fattibilità sono stati avviati dallo stesso comune. Quindi credo che l’Amministrazione possa diventare parte propositiva in questa situazione. Sarebbe importante istituire una Commissione Speciale, un modo per ascoltare anche la cittadinanza in una sede istituzionale”.
Il Consigliere Domenico Zito ha espresso perplessità su quale potere possa avere il Consiglio Comunale su un progetto con interessi nazionali e sovranazionali. “Ho incontrato i sindacalisti in Commissione due mesi fa circa e vedrebbero bene l’installazione di aziende nell’area dell’arsenale legate alla costruzione navale, ma le officine non possono rimanere tali, ora le tecnologie sono diverse rispetto a trent’anni fa. Sono d’accordo che vadano restituite aree alla città, ma l’Arsenale è una sede militare e quindi bisogna tenerne conto”.
Il consigliere Oscar Teja ha spiegato come la crisi degli arsenali sia partita dagli anni ‘60 con carenza di personale e strutture. Dai primi anni 2000 sono stati realizzati studi dalla Marina Militare e dal Governo per capire quale modello di Arsenale adottare per il rilancio, il Governo sta lavorando con la Marina, Fincantieri e Rina su questo punto. “Nel 1998 in Arsenale c’erano più di 2000 persone, oggi 440 e solo 80 sono dedite all’attività manutentiva. Il resto sono amministrativi e altre attività. A Taranto ci sono state leggi speciali per l’assunzione di 300 persone in Arsenale in uscita dall’ILVA, ma perché qui alla Spezia non si fanno decreti in questa direzione? Andrà fatto uno studio di visione per portare il nostro Arsenale a competere con gli altri anche a livello internazionale. Le scelte sono o lasciare tutto cosi e farlo morire, o privatizzare, oppure, come a Tolone, prevedere una collaborazione pubblico-privata”.
Secondo il Consigliere Umberto Maria Costantini, l’Arsenale dal punto di vista occupazionale è stato per tanti anni una ricchezza. “Oggi ci troviamo con una base fatiscente, le officine vuote, il mondo della nautica e della tecnologia navale è cambiato, come l’industria del settore. E’ difficile ricollocare persone a lavorare, se non ci sono privati che entrano in gioco. Parte delle aree possono essere riconvertite per le aziende private. Abbiamo fame di posti di lavoro e questo deve essere al primo posto della visione di un futuro che può garantire occupazione. Dobbiamo continuare a interagire con la Marina, tenendo presente che può essere un valore aggiunto per noi, se cresce la Marina, cresciamo anche noi, lavorando insieme per il nostro futuro”.
Ha preso poi la parola il Consigliere Dino Falugiani: “Ci troviamo di fronte ad un progetto di ristrutturazione importante della Base Navale. Ci sarà un cantiere per 10 anni con impegno sia per la napoleonica sia per la città. Si farà una gara internazionale che non so che ricadute avrà per la città. Questo Consiglio Comunale dovrebbe avere un ruolo importante nella gestione di tutta quest’operazione. Non siamo contrari all’operazione, ma serve un sistema di monitoraggio che segua la situazione. C’è tutta la partita del recupero del territorio antistante il mare di Marola, dei seimila metri quadri per cui l’Amministrazione Federici aveva stipulato un protocollo per restituirla alla città e che non è stato portato avanti. E’ difficile ora che gli abitanti di Marola recuperino lo sbocco al mare”.
Ha ripreso la parola il Consigliere Centi per le conclusioni prima di avviare la fase di voto chiedendo cosa pensi l’Amministrazione su questa questione. “Il Ministro Crosetto ha affermato che sta lavorando ad un progetto per il futuro della Base Navale, non credo alla riservatezza, è giusto che la Marina ci metta al corrente sul progetto ‘Basi Blu’. Inoltre, per eventuali futuri accessi di imprese nell’area dell’Arsenale sarebbe auspicabile un equilibrio tra pubblico e privato. Mi dispiace che alla mozione si opponga un ordine del giorno in cui si afferma che si continuerà sulla strada presa del confronto con il Ministero e che verrà riportato su questo in Consiglio comunale: ma in Consiglio non si riporta, si discute”.
Su questo ultimo punto è intervenuto il Sindaco Pierluigi Peracchini nella fase delle dichiarazioni di voto: “Il Progetto Basi blu nasce con il Ministro Pinotti PD e si completa con il Ministro Guerini PD. Ho incontrato Guerini durante la penultima edizione di Seafuture e da lui non ho avuto risposte. Anche io vorrei che non ci fossero muri, ma viviamo in un paese dove ci sono temi legati alla Difesa di interesse nazionale e sovranazionale e ‘Basi Blu’ è un piano nazionale integrato a livello europeo e con quello della NATO. All’insediamento del nuovo governo, abbiamo sottoposto al Ministro la questione della Base Navale della Spezia, e il Ministro ha risposto positivamente, a settembre sarà pronto il piano di Fincantieri e Rina per il rilancio dell’Arsenale su cui potremo discutere, sono disponibile al confronto”.
Si è passati poi alla votazione. Il primo documento ad essere votato è stato l’ordine del giorno presentato dal gruppo Consiliare di Franco Vaira: con 1 voto a favore, 20 contrari e 7 astenuti, l’ordine del giorno è stato respinto.
Quindi oggetto di voto è stato l’ordine del giorno presentato dalla maggioranza he con 16 voti a favore, 11 contrari e 1 astenuto è stato approvato.
Infine la mozione presentata dalla minoranza per la quale è stato convocato il Consiglio Comunale straordinario: con 11 voti a favore, 16 contrari e 1 astenuto, la mozione è stata respinta.