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Pietro Bartolo alla Spezia, il medico storico di Lampedusa che assiste gli sbarchi dal 1991 In evidenza

di Marina Lombardi – Un intervento per combattere la narrazione "tossica" nei confronti di quelle persone che non hanno scelta. 

Pietro Bartolo, medico ed esperto del fenomeno migratorio, autore di due libri che hanno fatto il giro del mondo, Lacrime di sale e Le stelle di Lampedusa, è diventato europarlamentare nel 2019, “per caso” dice lui “perché sono un medico, ma dovevo aiutare quelle persone in difficoltà”. Alcuni lo definiscono un atto eroico ma per lui non è così, è un dovere “se viene considerato un atto eroico evidentemente siamo in una società fortemente malata”.  

Proprio lui, quel medico che ha visitato più di 350 mila persone nel corso di questi trent’anni, da quando nel 1991 c’è stato il primo sbarco a Lampedusa al Molo Favaloro, è presente al circolo del Pd di Pegazzano dove con un profondo sentimento, cerca di raccontare tutto quello che ha visto al mondo, battendosi per i diritti degli esseri umani, contro quelle leggi sulla migrazione che sono discriminatorie, marginalizzanti e pericolose.

Pietro Bartolo è anche il medico che ha fatto più ispezioni cadaveriche al mondo, “proprio io che mi sono specializzato in ostetricia, per la vita”, racconta con voce tremante e un’intrepida voracità di giustizia, che non lascia celato un immenso dolore che si porta nel cuore, come non manca di ricordare più volte durante il suo intervento.

E proprio su quel Molo Favaloro, a Lampedusa, ha passato trent’anni della sua vita ad occuparsi di tutte quelle persone che hanno attraversato il mediterraneo e sono sbarcate sulle coste italiane, fin da quei primi tre ragazzi che sono arrivati nel 1991. “Erano tre ragazzi neri, a Lampedusa in quegli anni tanta gente ancora non aveva mai visto qualcuno con la pelle nera. Ho visto cambiare le etnie di arrivo, le leggi, le malattie – continua – quelle malattie che ci raccontano come pericolose per la salute pubblica. In tutti questi anni non ho mai visto una malattia infettiva grave, la gente che arriva soffre di disidratazione, ipotermia, disagio psicologico, è vittima di torture ormonali o della malattia del gommone. Un’altra bugia che raccontano per spaventare le persone. Ma questo atteggiamento di deterrenza, non solo in Italia, non funziona e non ha mai funzionato e lo sapete perché?”.

Lo racconta tramite una storia, la storia di uno sbarco di tutte donne, per sfatare un altro mito, quello dei - tutti quegli uomini che arrivano qui e che ci portano via il lavoro -.

“Sono salito sul barcone come prevede la procedura. Mentre le visitavo ho visto una ragazza, molto giovane che si allontana e si mette in ginocchio. La vedevo piangere e sono andato da lei dicendole ‘sei arrivata’. E lei mi disse, ‘dottore sono due anni che viaggio, prima mi hanno costretta a scappare perché credevano che fossi una strega. Poi ho attraversato il deserto. Mi hanno venduta, mi hanno comparata, mi hanno picchiata, affamata, violentata. Poi sono arrivata finalmente in Libia per partire verso l’Europa. Là mi hanno messo in prigione, ma le giuro dottore io non ho fatto nulla.

Quella prigione era lurida eravamo tanti, ci davano poco da mangiare e poi ci violentavano. Tutti i giorni. Non mi vergogno a dirlo. Anche davanti agli altri più volte al giorno. Non me ne fregava niente, tanto io non c’ero più dentro quel corpo. Di quel corpo potevano fare tutto quello che volevano. Io ne ero uscita perché dovevo arrivare, solo la morte mi poteva fermare. E oggi sono qua, e devo pensare ai miei due figli che ho lasciato dall’altra parte’.

“Ora, pensate che queste persone si possono far spaventare da quello che l’Europa vuole fare? Da muri, leggi discriminatorie o fili spinati? Queste persone non hanno alcuna alternativa, e quando il Ministro Piantedosi dà la colpa ai genitori perché mettono in mare i figli è veramente assurdo”.

Qualche cosa doveva cambiare, quelle storie andavano dette, questo è quello che si è detto dopo la strage di Lampedusa, il 3 ottobre 2013, dove sono morte 368 persone, “che ancora oggi qualcuno sbaglia e dice 366, non sono due numeri di differenza, sono due persone. Li ho visitati tutti io, gli ho fatto le ispezioni cadaveriche. Ho visto dei bambini bellissimi, dentro quei sacchi”.  

Così ha provato in tutti i modi a far girare un film, supplicando Gianfranco Rosi, che non voleva farlo. Nel 2015 dà vita al film documentario Fuocoammare, che vince poi l’orso d’oro del festival di Berlino. Ma questo non bastava così s’improvvisa scrittore e dà vita al suo primo romanzo, Lacrime di sale, tradotto in tantissime lingue, da cui nasce anche un film, Nour, di Maurizio Zaccaro nel 2019. Ma ancora non bastava perché capisce presto che le scelte di quel dolore che vedeva troppo spesso dipendeva dalla politica. Ed è così che inizia a girare, a parlare, è così che si avvicina alla politica.

L’entrata in politica “mi hanno eletto con 300 mila voti”

“Ci hanno fatto capire che c’è un’invasione, che dobbiamo proteggerci, che dobbiamo difendere i nostri confini. Ma i confini vanno controllati non difesi, perché non siamo in guerra con nessuno e queste persone non sono i nostri nemici, sono persone innocenti” afferma.  

“Credetemi io quelle barche le ho viste non sono barche, sono tombe che galleggiano – continua, affermando che sicuramente a questo punto, la risposta forse è la politica - allora ho deciso di entrare in politica. Ho parlato solo di quello che sapevo parlare, di queste persone e di quello che succede. Mi hanno eletto con quasi 300 mila voti”.

Cerca oggi di combattere non solo per quelle persone ma anche per la Politica, “quella nobile, quella fatta con amore e con passione”, diventando così non solo europarlamentare, ma anche vice presidente della commissione Libia. Si è scontrato con Ursula Von Der Leyen per una proposta sulla migrazione lei portò in europarlamento “in quel pacco di fogli, la parola più ricorrente era rimpatrio. Non era accettabile”.  Dopo due anni, però, insieme, tra gli altri, al collega Brando Benifei, hanno concordato un compromesso “io volevo il 100%, ma ho imparato che la politica è anche compromesso” conclude infine “Sapete chi ha votato contro? Fratelli d’Italia e Lega”.

 

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