Nella serata di ieri si è tenuto un consiglio comunale straordinario per affrontare la situazione della sanità in Asl5. A richiederlo sono stati i gruppi di minoranza che nella conferenza di ieri mattina hanno illustrato i dati che preoccupano maggiormente per quanto concerne la sanità spezzina e ligure.
Alla Spezia la situazione che emerge dai numeri non fa ben sperare, ma ad essere messa particolarmente a rischio è la possibilità per le donne di avere accesso ad un’interruzione volontaria di gravidanza libera e sicura nelle strutture pubbliche. “Fino a poco tempo fa sul territorio c’era una solo dottoressa non obiettrice che oggi è stata trasferita in consultorio e le è stato chiesto di rimanere a disposizione per le interruzioni di gravidanza volontarie – spiega la Capogruppo Pd Martina Giannetti- con il nuovo concorso sono arrivati due medici, non si sa ancora se siano obiettori o no, ho chiesto la convocazione della IV Commissione Consiliare sul tema il 17 aprile, ma non ho ricevuto risposta. La prima richiesta da parte mia è del 7 marzo a cui è stato risposto il 20 marzo con la specifica sull’avvio del percorso concorsuale, ad oggi non abbiamo ancora una Commissione in merito in calendario e non siamo certi della presenza di medici non obiettori in reparto.”
La decisione di interrompere la gravidanza è una scelta che tocca nel profondo le persone coinvolte, proprio per la delicatezza del tema e per la forte pressione che viene esercitata in questo ambito è fondamentale che l’ambiente in cui si esegue l’aborto sia accogliente e il personale sia empatico e sensibile. A sottolineare alcune problematiche anche da questo punto di vista è Sandra, attivista di Non Una Di Meno, che ha raccolto diverse testimonianze di donne che hanno intrapreso questo percorso, alcune delle quali hanno segnalato situazioni che hanno creato in loro profondo disagio e che le hanno fatte sentire non a proprio agio.
“Siamo nei giorni dell’anniversario della 194 – spiega Sandra- abbiamo deciso di aderire alla Rete per la Difesa della 194 per rivendicare il nostro diritto all’accesso libero all’aborto, cosa non sempre facile e garantita nella nostra Regione, per noi è doveroso essere qui a ribadire il diritto di scegliere e vogliamo anche che si vada oltre la 194, perché questa legge è frutto di un compromesso storico e ha una clausola che permette di spostare l’obiezione di coscienza a seconda delle opportunità non garantendo questo servizio.”
Francesca Tarantini, Cgil, spiega l’importanza di mantenere alta l’attenzione: “Siamo qui per far sentire la nostra voce, monitoriamo la situazione perché la problematica non è ancora risolta, tantissime associazioni del territorio si sono riunite pur provenendo da diverse estrazioni, la nostra presenza dimostra che il tema è sentito e si chiedono soluzioni.” La 194 è stata il frutto di lotte e battaglie che hanno scosso il nostro paese negli anni Settanta e l’inizio degli Ottanta, si è votato con un Referendum il 17 e 18 maggio 1981 e oggi, dopo 42 anni, non è ancora garantita del tutto. In alcune regioni i medici non obiettori arrivano al 90%. Nonostante la maggioranza degli italiani si sia già espressa lo scorso secolo, ancora oggi questa legge diventa spesso oggetto di dibattito in particolare da parte di posizioni politiche che non condividono il diritto di scelta delle donne incinte.
Il problema della Asl5 è stato portato anche nel consiglio Regionale, il consigliere dem Davide Natale ha spiegato quanto fatto: “Abbiamo presentato come gruppo consiliare un ordine del giorno per impegnare le diverse Asl a fare assunzioni tramite un concorso come quello proposto nel Lazio, dove venissero indicate chiaramente le funzioni dei dottori, tra cui l’aborto, in modo che un medico assunto sappia di dover eseguire anche le interruzioni volontarie di gravidanza -continua Natale- Il fatto sorprendente è proprio che non ci sia stata assolutamente discussione, in Asl5 il problema è evidente, si mettono in difficoltà tanti giovani che avrebbero bisogno di affrontare questo percorso, che, seppur drammatico, deve essere garantito per una questione di civiltà. Il fatto grave è stata proprio la noncuranza della Maggioranza in Regione che ha scelto di non considerare i problemi reali dei cittadini.”
Rimane aperta la questione e si attendono risposte per quanto riguarda i nuovi medici di Asl5, le associazioni affermano di non volersi fermare e di voler proseguire nella battaglia per la scelta delle donne.