È prossimo il 27 gennaio, giornata della memoria.
Nessuna buona azione compiuta, nessun atto di abnegazione può minimamente riscattare l'abisso della Shoah. Raccontare i pochissimi probi può sfocare la memoria della moltitudine di coloro che la resero, con diversi gradi di responsabilità, possibile: dai pianificatori ai kapò, fino a quanti si voltarono dall'altra parte.
Il 27 gennaio ci deve ricordare il legno storto dell'umanità. Ci deve ricordare che chi agì non era disumano, ma umano, troppo umano. Il
compito delle nuove generazioni consiste non solo nel non dimenticare, ma anche nel continuare a studiare sondando quell'abisso: l'orrore va guardato in faccia, senza infingimenti. Questo dobbiamo ai milioni di sterminati nel cuore della "Civilissima Europa", per evitare, come ha paventato Liliana Segre, che nell'arco di pochi lustri della shoah si trovi soltanto qualche riga nei libri di storia.
Movimento AvantInsieme