La notizia di un’unica offerta presentata per la costruzione del nuovo ospedale del Felettino non ci stupisce, e rappresenta l'ennesimo insulto rivolto agli spezzini da Toti con la complicità omertosa di Peracchini e della sua giunta.
Proprio il 6 novembre 2019, esattamente 1.105 giorni fa, Toti, dopo essersi consultato con il sindaco Peracchini, rescisse arbitrariamente il contratto con la Pessina Spa, a cui era stata affidata la costruzione del nuovo nosocomio spezzino, dopo che la variante alle fondazioni era stata bocciata da Ire a seguito di un lunghissimo iter che aveva provocato lo stop ai lavori.
Peracchini quel giorno esclamò con toni entusiastici “oggi è l'alba di un nuovo giorno sul Felettino” e aggiunse che il Comune sarebbe stato in prima linea a vigilare, passo dopo passo, tutto ciò che sarebbe venuto dopo per la realizzazione del nuovo ospedale; nel frattempo verrà varato un piano transitorio per la sanità con importanti investimenti sul Sant’Andrea della Spezia e sul San Bartolomeo di Sarzana.
Gli spezzini, che vedono letteralmente cadere a pezzi, giorno dopo giorno il vecchio Sant'Andrea, sanno bene che l'impegno che il sindaco prese allora non solo è stato disatteso, ma che in questi tre anni l'ospedale ha perso anche importanti professionalità senza che il il primo cittadino pronunciasse alcuna parola in merito.
Di fronte a quest'ennesimo affronto alla sanità spezzina, +Europa, tramite il consigliere comunale Franco Vaira (+Europa/Avanti Insieme), chiede l'immediata convocazione della commissione IV, competente in materia, per ascoltare nel merito l'Assessore Regionale alla Sanità.
Le nostre perplessità, oltre all'iter lungo, che ha portato dalla rescissione dell'appalto senza valide motivazioni di 36 mesi fa, fino alla spostamento della data del bando voluta per ottenere una più numerosa (ma senza esito) partecipazione, sono rivolte alla procedura del project financing. Infatti, se da una parte il nuovo ospedale degli Erzelli a Genova sarà costruito al 100% con denaro pubblico, resta incomprensibile perché per l’ospedale del Felettino si sia preferito rivolgersi al finanziamento privato per il 40% dei costi che, oltre ad essere molto oneroso, garantirebbe alla ditta aggiudicante l'appalto quasi incondizionato per ben 25 anni di tutte le facilities (manutenzioni, servizio mensa, pulizie, ecc..), e ciò, oltre ad essere fuori da ogni logica di mercato, toglierebbe alla Asl ogni valutazione economica circa l'affidamento all'esterno o meno di tali servizi.
I costi di cui ASL 5 sarebbe costretta a farsi carico ammonterebbero ad una rata annuale da oltre 16 milioni di euro, comprensivi dei servizi oltre che dei ratei del capitale e della sua remunerazione, una soluzione a nostro parere inattuabile dal momento che nel 2015 il progetto del nuovo Felettino era stato interamente finanziato con denaro pubblico, e che porta inevitabilmente verso la strada della privatizzazione della sanità, oltre ad essere antieconomica.
Ci viene da domandarci a questo punto come sarebbe lo stato delle cose se non fosse stato revocato l'appalto a Pessina 36 mesi fa, e se invece fosse stato permesso all'impresa costruttrice di andare avanti con i lavori; forse oggi avremmo un ospedale quasi pronto e nessun oneroso project financing a incombere sui conti della Asl e sulle tasche degli spezzini, ma evidentemente qualcuno aveva già deciso così.
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