La legge 194 quest’anno ha compiuto 44 anni dalla sua approvazione, ma i dati ci dicono che la sua applicazione non è tale da rendere il diritto ad interrompere la propria gravidanza pienamente accessibile.
Per questo ieri sera abbiamo portato come Partito Democratico, in Consiglio, una mozione avente ad oggetto proprio la a necessità di garantire la piena applicazione della Legge 194/78.
Abbiamo quindi chiesto due cose che dovrebbero essere al limite della banalità:
- L’impegno a sensibilizzare la Regione sulla costante verifica della piena attuazione della L.194/78, in particolare rispetto alla presenza in tutti gli ospedali e nei centri accreditati di un numero sufficiente i medici non obiettori, anche vagliando la possibilità di emettere bandi per l’assunzione nelle medesime strutture di una quota minima di medici e personale sanitario non obiettori;
- l’inserimento all’interno delle Case di Comunità che presto sorgeranno sul nostro territorio anche di personale medico-sanitario non obiettore.
Vista l’importanza del tema, e vista la presenza in Consiglio di uno dei firmatari della proposta di legge regionale che ambisce a portare le associazioni antiabortiste negli ospedali liguri, ci si aspettava una discussione che potesse far emergere i vari punti di vista.
Discussione non scontata che poteva avere anche risvolti positivi, dal momento che l’ordine del giorno presentato in Regione sulla medesima tematica è stato addirittura votato dal Presidente Toti, vedendo l’astensione soltanto di Fdi.
Invece ci siamo trovati davanti ad una maggioranza imbevuta di codardia, impermeabile ad ogni forma di confronto, represso su ordine del Sindaco.
Una maggioranza che tuttavia non si è fatta scrupoli nel rigettare a piè pari la mozione, ignorando quella che non è soltanto una questione “politica” o “ideologica” come è stato detto, ma un servizio sanitario che fa parte dei Livelli Essenziali di Assistenza nonché un diritto sempre meno accessibile per le donne, soprattutto quelle con difficoltà economiche.
Un atteggiamento e una posizione inaccettabili anche per le cittadine del Comune e della Provincia della Spezia, dove l’obiezione di coscienza rimane un fenomeno consistente che ostacola l’applicazione della l.194.
Gruppo Consiliare PD nel Consiglio comunale della Spezia