La discussione sul tema della sicurezza svoltasi nel Consiglio Comunale di ieri ha assunto tratti desolanti: la maggioranza ha prodotto al suo interno una mozione ed un ordine del giorno sul tema, discutendo di fatto sulle responsabilità del sindaco, ma soprattutto su quale sia il grado di repressione più adeguato nei confronti di chi contribuisce alla movida e al disordine pubblico che ancora lamentano i residenti del quartiere Umbertino.
Una discussione a senso unico che purtroppo non tiene conto del fatto che tale metodo, fatto in questo caso di un aumento spasmodico dei presidi di forza pubblica, nonché delle dotazioni, implementate di recente anche da un disegno di legge regionale - lo stesso che tuttavia cancella l’Osservatorio Antimafia - sia una strategia destinata a fallire laddove non abbinata ad un serio e concreto percorso di integrazione, partecipazione e presidio nè inserita in un programma di investimenti economici, culturali e turistici sul quartiere. Un quartiere, peraltro, di una bellezza disarmante.
È evidente che le soluzioni adottate fino ad oggi non solo siano state insufficienti, ma siano basate su una visione del fenomeno incompleta, approssimativa e ideologicamente orientata.
Per questa ragione come Partito Democratico - Articolo Uno abbiamo chiesto che venisse adottato un approccio multidisciplinare e differenziato.
Un approccio in grado di tener conto dell’esistenza di problemi legati al vivere quotidiano della cittadinanza, ma anche di portare a soluzioni tanto in termini di sicurezza, quanto soprattutto di partecipazione, socialità, aggregazione, integrazione e sviluppo.
Dopo anni nei quali si decise di investire sulla zona con numerose riqualificazioni ottenute grazie ai finanziamenti nazionali del Contratto di quartiere, portando nuove funzioni quali la Mediateca nell'ex Odeon, la Ludoteca e servizi sociosanitari nella ex scuola media Pontremoli e la realizzazione di nuovi alloggi per giovani coppie, tutto si è fermato.
Nel silenzio dell’amministrazione è stata chiusa la banca, insieme a molti negozi, senza che si pensasse a politiche per la rigenerazione del commercio in loco, anche attraverso agevolazioni della fiscalità locale.
Nel frattempo non si prendevano i provvedimenti possibili per evitare che, a fronte della chiusura delle attività commerciali, proliferassero i circoli privati, oggetto della maggior parte delle problematiche segnalate.
Sarebbe bastato vietare la somministrazione di cibi e di alcolici all'interno degli stessi per evitare molte delle situazioni che vengono lamentate oggi.
Tale provvedimento, che poteva essere attuato in qualsiasi momento, è stato adottato solo alla fine della legislatura, quando ormai la diffusione dei circoli privati era cosa compiuta e pressoché irreversibile.
La sicurezza è un punto di arrivo che si raggiunge anche attraverso il confronto reciproco e il dialogo, stupisce che proprio chi da poco ha eletto al suo interno rappresentanti di comunità straniere non colga il significato della cooperazione, non riuscendo ad andare oltre l’approccio repressivo, più o meno drastico che sia.
Stupisce soprattutto perché queste posizioni impediscono di raggiungere il benessere delle cittadine e dei cittadini nella loro totalità, oltre a creare situazioni di tangibile e comprensibile imbarazzo.
Gruppo Consigliare Partito Democratico – Articolo Uno