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Orlando e Sommovigo: "Dalla sconfitta del 2017 abbiamo imparato che solo uniti si vince" In evidenza

di Elena Voltolini - Il Ministro critica quella che definisce "sudditanza" di Peracchini alla Regione e parla di una città "anestetizzata" alla quale serve una svolta.

La politica nazionale ed internazionale, con la guerra in Ucraina, ma anche il PNRR, la pandemia, la crisi economica, le vertenze che riguardano diverse realtà aziendali, ha trovato ampio spazio nell'intervista pubblica che ieri pomeriggio, in Mediateca, ha dato voce al Ministro del Lavoro Andrea Orlando e alla candidata sindaco del campo progressista per le amministrative alla Spezia Piera Sommovigo. A moderare il dibattito la direttrice del quotidiano La Nazione Agnese Pini.

Il confronto si è poi, come doveroso, orientato sull'ambito locale, partendo dalla ricostruzione della genesi della scelta del centrosinistra di puntare su Piera Sommovigo per provare a riprendere la guida della città.

“Il confronto tra le forze politiche per arrivare alla mia candidatura credo sia stato fisiologico ed anche salutare – ha affermato Sommovigo - per superare gli errori fatti 5 anni fa e presentarsi uniti alle elezioni. Grazie a questo percorso, che è vero, è stato lungo, si è giunti ad avere una coalizione unita e compatta. Sono orgogliosa di essere l'elemento di sintesi di questo schieramento e sono orgogliosa che sulla mia figura si sia trovato l'accordo.

Scegliere una persona davvero della società civile come sono io, una professionista, e per di più una donna, è stata una prova di fiducia e di coraggio. Coraggio di scommettere su un volto nuovo. Una delle prime critiche che è stata fatta sulla mia figura, non a caso, è stata proprio quella che sono poco conosciuta, ed è vero”.

Fatta la scelta della candidata, è stato il momento di stendere il programma: “Abbiamo discusso del nostro programma in un clima di confronto e collaborazione – ha sottolineato la candidata sindaco - e ne è uscita una sintesi di tutte le diverse anime della coalizione”.

Una coalizione, quella del centrosinistra, quindi, che si presenta unita alle amministrative di giugno, a differenza di quanto avvenne cinque anni fa, quando dopo oltre 50 anni la città passò nelle mani del centrodestra.

“Questa volta abbiamo dimostrato e dimostreremo che siamo in grado di rimediare agli errori del 2017, che siamo tutti disponibili a lavorare insieme per raggiungere obiettivi comuni e che siamo in grado di proporre un modello di città nuova. Possiamo davvero svoltare”, è sicura Piera Sommovigo.

“Da quella sconfitta – spiega - abbiamo imparato che uniti si vince. Ho a disposizione davvero tutte le forze politiche e tutte le persone candidate hanno la volontà di lavorare per raggiungere l'obiettivo comune”.

Sulle differenze rispetto a 5 anni fa interviene anche il Ministro Orlando, che fa autocritica e che non manca di lanciare una frecciatina ad Italia Viva: “Nel 2017 si doveva lavorare di più per costruire un quadro unitario. Questa volta lo abbiamo fatto, stavolta chi non sta in coalizione con noi è proprio perchè non ci vuole stare. Nessuno, ora, può rimproverarci di non averci provato in tutti i modi ad unire tutti”.

Le stoccate più dure sono però ovviamente riservate al sindaco Peracchini, al suo rapporto con Regione Liguria e Giovanni Toti e al modo in cui è stata amministrata La Spezia.

“5 anni sono una pausa, 10 anni senza progetti rischiano di fare perdere definitivamente tutti i treni. Questa è una città che sta perdendo tutte le occasioni che passano. Peracchini ha dimostrato totale subalternità alla giunta regionale, si parla solo con la Regione, con le altre istituzioni non si interloquisce. Non c'è una vertenza per la quale il Comune della Spezia sia un punto di riferimento”, ha affermato Orlando.

Il Ministro poi ha sottolineato: “Adesso è più importante quello che progettiamo per il futuro che quello che facciamo nell'immediato. Una classe dirigente che rifiuta la dimensione del futuro e che per ragioni di sudditanza la delega solamente a Genova sta sacrificando l'identità e la prospettiva di una città e questo non lo possiamo permettere. La necessità di costruire una fase completamente diversa è legata anche al fatto che l'esperienza regionale di Toti sta arrivando in fondo, perchè lui si costruirà una prospettiva nazionale. Pensate che il sindaco Peracchini potrebbe prendere in mano la destra ligure? Spezia rischia di rimanere sotto le macerie della fine di un ciclo politico”.

“Veniamo da due anni di pandemia e, con una città lasciata senza progettualità, questo potrebbe portare ad una accettazione e difesa di questa calma piatta. Noi vogliamo fare capire agli elettori che questo meccanismo si può spezzare e che si può proiettare la città in avanti. In questi anni La Spezia si è anestetizzata”, ha aggiunto il Ministro.

Poi ha concluso, rimarcando quelle che ritiene le differenze di fondo tra la coalizione di centrodestra e di centrosinistra: “Ho visto le foto dello schieramento gerarchico del centrodestra, uno schieramento imponente ed inquietante, per alcuni aspetti. Da una parte c'è il ceto politico del centrodestra, dall'altra c'è la città che la sinistra ha messo in campo; da questa parte c'è la città nelle sue articolazioni, dall'altra una nomenclatura di partito. Chi si è messo dalla parte di Piera lo ha fatto perchè si riconosce nel progetto, chi si è messo sotto l'ombrello del centrodestra ci si è messo in larga parte per difendere una rendita di posizione o per provare ad ottenere qualcosa. Piera è l'unica vera novità politica che è stata messa in campo e nei prossimi giorni metterà sul tavolo delle proposte forti, che io penso cambieranno anche il tono della campagna elettorale”.

In conclusione una sorta di appello al voto: “Il voto che noi chiediamo è civico, non perchè Piera non ha mai fatto parte di partiti, ma perchè incarna un orgoglio della città, nel senso che non è funzionale a perpetuare una filiera che oggi si auto-organizza esclusivamente attorno a Regione Liguria e che ci ha fatto pagare un pegno enorme, come sulla sanità”.

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