Unendomi alla solidarietà manifestata agli agenti da parte del Presidente del Consiglio Comunale Giulio Guerri tengo però a manifestare altrettanto sentitamente la mia vicinanza ai detenuti che, per l'inadeguatezza delle strutture, sono costrette a vivere la detenzione in condizioni poco umane. È di pochi giorni fa la triste notizia di un nuovo suicidio nel carcere della Spezia e non ricordo lettere o articoli di cordoglio. "Ogni suicidio è anche una sconfitta istituzionale. I numeri della popolazione detenuta sono tali che il personale non sempre riesce a intercettare quel bisogno di aiuto”.
Occorre agire subito con una azione immediata per la prevenzione dei suicidi.
Anche prevedere fin da subito una estensione della possibilità di telefonare ai propri cari sarebbe di aiuto e un primo passo. La possibilità di scaricare i "pensieri suicidari" a una persona cara potrebbe aiutare.
Il Carcere è una misura per i poveri che lo affollano. La maggior parte dei detenuti non hanno studiato o hanno licenze elementari e medie e le minoranze etniche sono sovrarappresentate.
Solo a seguito di qualche arresto eccellente si alimenta l’illusione che la legge sia uguale per tutti e che qualcosa possa cambiare nel regime carcerario.
Passi avanti sono stati fatti ma sono ancora troppe le cose da fare.
Le carceri straboccano di ladruncoli, piccoli spacciatori, immigrati irregolari, oltre che di qualche omicida, stupratore, mafioso o camorrista.
Le carceri sono per gli emarginati è la regola e ciò porta lo Stato a dimenticarsi di Loro.
Ricordando che in Italia la pena ha scopo rieducativo e non può consistere in trattamenti contrari al senso d'umanità, come invece accade, continuo a sperare e a lottare per vedere emanare finalmente una legge a tutela del regime carcerario in rispetto alla ns carta costituzionale.
Paolo Messuri