“Tremila euro a ogni cittadino ligure per i danni subiti da Autostrade per l'Italia a seguito del crollo di Ponte Morandi”. È questa la richiesta formulata nella class action contro Aspi lanciata la scorsa estate e depositata ufficialmente oggi dai consiglieri regionali della Lista Sansa, Ferruccio Sansa e Roberto Centi.
L'azione legale, seguita dall'avvocato genovese Mattia Crucioli, ha visto in questi mesi la richiesta di pre-adesione da circa 6.000 cittadini liguri.
“Oggi abbiamo depositato presso il Tribunale di Roma l’istanza che dà il via libera definitivo alla class action dei liguri contro Autostrade – spiega Ferruccio Sansa - Sarà la più grande class action della storia d’Italia, l’unica aperta a tutti gli abitanti di una regione, senza alcuna distinzione, da Ventimiglia a Sarzana tutti possono aderire, anche i minorenni (con la firma dei genitori)”.
“All’inizio della nostra avventura avevamo ipotizzato un danno di mille euro per ciascuno di noi – aggiunge Sansa - Abbiamo lavorato un anno e alla fine ci siamo resi conto, in base a studi e analisi, che il danno effettivo arriva a 2.954 euro”.
“Abbiamo lavorato molto depositando un’istanza, lo studio di un esperto di logistica, trasporti ed economia e migliaia di pagine di prove e documenti – sottolinea il capogruppo della Lista Sansa - Era essenziale dimostrare, quantificare il danno, patrimoniale e non patrimoniale. Il danno patrimoniale, come dicono esperti, statistiche e studi riguarda soprattutto tre voci: l’aumento dei prezzi che i liguri hanno dovuto pagare per i beni di consumo (a causa dei trasporti più difficili), il calo del PIL regionale maggiore delle altre regioni (con un conseguente impoverimento) e il calo del valore delle nostre case (più accentuato rispetto al resto d'Italia). Anche questo a causa dei collegamenti resi quasi impossibili per anni”.
“Dall'incrocio di questi dati è emerso che ogni ligure ha subito 977 euro di danni dal 2018 al 2020 più altri 977 euro dal 2020 al 2023, quando, si spera, finiranno i cantieri – osserva Roberto Centi - A questi si aggiungono mille euro di danni non patrimoniali. Per esempio, della crescita esponenziale delle ore di coda e del traffico che hanno causato un aumento rilevante dell’inquinamento, con relativi danni alla salute e all’ambiente. Per non dire dell’aumento del 33% degli incidenti stradali mortali. Ma danno non patrimoniale significa anche le difficoltà di godere di diritti tutelati dalla Costituzione: libertà di circolazione, di iniziativa economica, diritto al lavoro, alla salute e alla solidarietà familiare. In tutto fanno circa 3 mila euro per ogni ligure”.