Con la firma dei 2 ministri competenti. Sembra purtroppo che si sia giunti ai titoli di coda della fiction sul futuro della centrale Enel della Spezia.
E la politica locale cosa fa?
Si affretta a scaricarsi l’un l'altro la responsabilità di questa decisione, che si badi bene è stata catapultata dall'altro, dalle cosiddette stanze romane.
Anche di fronte a questa scelta scellerata, che non dimentichiamoci andrà a ipotecare per i prossimi decenni il futuro della Spezia, futuro da intendersi sia in tema ambientale che di sviluppo industriale, la politica locale non riesce a fare a meno di dividersi, senza capire che solo l’unione incondizionata di tutte le forze politiche, siano esse di maggioranza che di opposizione, potrebbe mettere in campo un ricorso al procedimento che ha dato il benestare alla VIA per la trasformazione della centrale da carbone a gas.
Questo ricorso a mio modesto avviso deve partire dal parere contrario che hanno dato i consigli comunali di Arcola e della Spezia (sui cui territori sorge la centrale), del consiglio Provinciale della Spezia e del consiglio regionale della Liguria, per poi essere integrato da tutti i pareri tecnici, legali e ambientali che sono stati sino a oggi prodotti.
Mi sembra inutile ricordare che nel 1962, anno in cui ne iniziò la costruzione, la Centrale ha rappresentato un grande passo e un nuovo volto per la nostra città, l’Italia era uscita da poco più di 15 anni dalla guerra, ed era necessaria sia per un fabbisogno energetico elevato sia per la creazione di posti di lavoro.
In quegli anni la consapevolezza di quanto i combustibili fossili avessero impattato sull’ambiente era totalmente diversa da quella che è oggi. Il nostro “oggi” si trova a dover fare i conti con un’emergenza climatica spaventosa, quell’emergenza che ci ha portato a firmare gli accordi di Parigi e, pochi mesi fa, del G7 di Roma.
In data 7 giugno 2013, il Comune di Arcola, il Comune della Spezia e la Provincia della Spezia parteciparono alla riunione avente per oggetto il rilascio dell 'A.I.A (autorizzazione integrata ambientale) per la centrale Enel. Riunione che si tenne a Roma presso il Ministero dell'Ambiente e che ebbe degli importanti sviluppi. Riunione alla quale partecipai personalmente in quanto all’epoca ricoprivo l’incarico di assessore al Patrimonio del comune di Arcola.
Quell'incontro mise finalmente dei paletti e delle regole che ENEL era tenuta a rispettare. Nel corso della riunione fu chiaramente espressa la volontà da parte di Enel di dismettere l'attività della centrale.
Da allora e senza mai nessuna smentita ufficiale, fu da più parti dichiarato che dal 2021 la Società avrebbe iniziato il suo percorso di smantellamento della centrale e in quell’occasione nessun rappresentante di ENEL parlò di una possibile riconversione a gas.
Tornando ai tempi di oggi, è chiaro che un problema all’ambiente inevitabilmente causa problemi a chi in questo ambiente ci vive, ovvero i cittadini, e parlo di tutti perché l’aria non conosce confine nè colori politici: l’aria è la stessa che respiriamo tutti.
Dire e pretendere, oggi, che la centrale Enel da carbone venga riconvertita a gas è una presa in giro per i cittadini e uno stupro all'ambiente.
E’ impensabile che nel 2021 non esistano alternative ecosostenibili da proporre e che la volontà dei cittadini e delle amministrazioni locali e regionali (peraltro certificata anche da un referendum..) non sia minimamente presa in considerazione.
Personalmente penso che la Politica con la P maiuscola dovrebbe battere un colpo, tutte le forze politiche, al di là di ogni qualsivoglia posizionamento, dovrebbero insieme sottoscrivere un documento chiaro, in cui una volta per tutte, ribadire la volontà che la centrale venga smantellata e si proceda alla sua riconversione.
Questo sarebbe un messaggio politico importante da inviare, un segnale di unità di intenti, al di fuori del diverso colore politico. In poche parole, basta distingui, ma altresì va lanciato un messaggio di unità.
Oggi più di prima appare evidente che il futuro dell'area dovrà essere deciso e condiviso insieme ai 2 comuni dove la centrale insiste, ma lavorando in sinergia e cercando di far convivere sia la problematica ambientale che quella occupazionale. Va inoltre ricordato a chi parla di occupazione che l'area in questione è una delle più appetibili non solo a livello regionale ma bensì di tutto il nord Italia.
E’ mai possibile che a Roma non si capisca l’importanza strategica dell’area in oggetto? Importanza dovuta sia alle dimensioni dell'area stessa, sia al posizionamento (uscita dell'autostrada), sia alla vicinanza al porto della Spezia e appare evidente che, con la conversione dell’area, non esisteranno problemi occupazionali per gli ormai pochi dipendenti che a oggi lavorano nel sito Enel.
Credo che la partita sul futuro della centrale Enel della Spezia-Arcola sia ormai giunta ai tempi supplementari, e che purtroppo non si sia capito quanto l’area oggi occupata dalla centrale sia determinante per lo sviluppo economico di tutta la provincia. Possibile poi che a Roma nessuno si renda conto che i nostri territori per decenni hanno dato e pagato sia per questioni ambientali sia per questioni di viabilità a causa della coabitazione con la centrale Enel, coabitazione ancora più dura per i quartieri adiacenti, come per esempio il quartiere delle Pianazze?
Come comitato Pianazze nel cuore riteniamo che sia giunto il momento di dire basta a questa situazione. Dire basta alla presenza di una centrale che va ricordato lavora, o meglio produce energia, solo per poche ore al giorno e va in funzione solo quando i consumi raggiungono i picchi massimi di richiesta.
Reputo che solo una levata di scudi da parte di tutte le forze politiche senza distinzioni potrebbe provare a rimettere in discussione una scelta scellerata come quella di dare il VIA alla costruzione di una centrale a gas alla Spezia.
Giuseppe Mori
Comitato Pianazze nel cuore