Si può senza ombra di dubbio affermare che mai come ora l’argomento stia diventando di grande attualità.
La cosa negativa è che purtroppo appaionio notizie spesso contradditorie, e spesso si tratta di cose improvvisate.
Agli occhi dei lettori, nell’arco di pochi giorni, si susseguono articoli che annunciano la dismissione della centrale, articoli che parlano della riconversione della centrale a comustibile a gas, fino a uno, apparso pochi giorni fa sulle cronache locali, che dava per imminente l’arrivo nel porto della Spezia di un carico di carbone che sarebbe servito per rimettere in funzione la centrale.
Quale è la verita? A che punto siamo con la trattativa con l’ENEL per la trasformazione delle aree a oggi occupate dalla centrale?
Tutte queste notizie, spesso contraddittorie fra di loro, non fanno altro che alzare una cortina di fumo sul futuro della centrale.
Personalmente ritengo doveroso fare una breve cronistoria riguardo la Centrale ENEL e la sua storia.
Nel 1962 la costruzione della Centrale Enel di Vallegrande ha rappresentato un grande passo e un nuovo volto per la nostra città, l’Italia era uscita da poco più di 15 anni dalla guerra, ed era necessaria sia per un fabbisogno energetico elevato sia per la creazione di posti di lavoro, e così è stato fatto.
In quegli anni la consapevolezza di quanto i combustibili fossili avessero impattato sull’ambiente era totalmente diversa da quella che è oggi. Il nostro “oggi” si trova a dover fare i conti con un’emergenza climatica spaventosa, quell’emergenza che ci ha portato a firmare gli accordi di Parigi.
Come tutti sappiamo il 30% della Centrale di trova nel Comune di Arcola, il restante 70% nel comune Capoluogo.
In data 7 giugno 2013, il comune di Arcola, il comune della Spezia e la Provincia della Spezia parteciparono alla riunione avente per oggetto il rilascio dell 'A.I.A ( autorizzazione integrata ambientale) per la centrale Enel, riunione che si tenne a Roma presso il Ministero dell'Ambiente e che ebbe degli importanti sviluppi. Partecipai anche io in quanto all’epoca ricoprivo l’incarico di Assessore al Patrimonio del comune di Arcola.
Quell'incontro mise finalmente dei paletti e delle regole che la Società ENEL era tenuta a rispettare. Nel corso della riunione fu chiaramente espressa la volontà da parte di Enel di dismettere l'attività della centrale.
Da allora e senza mai nessuna smentita ufficiale fu da più parti dichiarato che dal 2021 la Società avrebbe iniziato il suo percorso di smantellamento della stessa. E in quell’occasione nessun rappresentante della società parlò di una possibile riconversione a gas.
Tornando ai tempi di oggi è chiaro che un problema all’ambiente inevitabilmente causa problemi a chi in questo ambiente ci vive, ovvero i cittadini e parlo di tutti perché l’aria non conosce confine nè colori politici, l’aria è la stessa che respiriamo tutti....
Dire e pretendere, oggi, che la centrale Enel da carbone venga riconvertita a gas è una presa in giro per i cittadini e uno stupro all’ambiente.
E’ impensabile che nel 2021 non esistano alternative ecosostenibili da proporre.
Personalmente penso che la politica con la P maiuscola dovrebbe battere un colpo, tutte le forze politiche, al di là di ogni qualsivoglia posizionamento, dovrebbero insieme sottoscrivere un documento chiaro, in cui una volta per tutte ribadire la volontà che la centrale venga smantellata e che si proceda alla sua riconversione. Questo sarebbe un messaggio politio importante, un segnale di unità di intenti, al di fuori del diverso colore politico. In poche parole basta distinguo, va lanciato un messaggio di unità.
Oggi più di prima appare evidente che il futuro dell'area dovrà essere deciso e condiviso anche insieme ai 2 comuni sui quali la centrale insiste, ma lavorando in sinergia e cercando di far convivere sia la problematica ambientale che quella occupazionale. Va inoltre ricordato a chi parla di occupazione che l'area in questione è una delle più appetibili non solo a livello regionale ma bensì di tutto il Nord Italia.
L’importanza strategica dell’area in oggetto è dovuta sia alle dimensioni dell'area stessa, sia al posizionamento (uscita dell'autostrada), sia alla sua vicinanza al porto e appare evidente che con la conversione dell’area non esisteranno problemi occupazionali per gli ormai pochi dipendenti che a oggi lavorano nel sito Enel.
Credo che la partita sul futuro della centrale Enel della Spezia-Arcola sia determinante per lo sviluppo economico di tutta la provincia, e reputo che i nostri territori abbiano per decenni dato e pagato sia per questioni ambientali sia per questioni di viabilità ed è giunto il momento di dire basta a questa situazione. Dire basta alla presenza di una centrale che va ricordato lavora, o meglio produce energia, solo per poche ore al giorno e va in funzione solo quando i consumi raggiungono i picchi massimo di richiesta e di costo per l'utente.
Giuseppe Mori