"Dobbiamo lavorare, in sinergia con le altre istituzioni locali, regionali e nazionali, ad un patto storico che miri a fare del nostro territorio un modello virtuoso capace di trasformare le debolezze in opportunità, mettendo in sinergia l’economia turistica con la valorizzazione culturale e il recupero delle terre incolte a fini agricoli.
Il nostro è un Parco antropico e questo deve essere tenuto in considerazione anche dalla normativa che regolamenta i Parchi nazionali. La nostra identità culturale e tutto il sistema turistico sono destinati ad essere dispersi se non trasformiamo in azioni concrete la consapevolezza dell’importanza del recupero del territorio.
Oggi siamo arrivati ad un punto di non ritorno. Serve una azione politica forte capace di portare a cambiamenti strutturali, sia della normativa esistente, sia degli obiettivi del Parco nazionale, il quale deve avere come principale focus quello del sostegno all’agricoltura. “La vendemmia non si decide più a seconda della maturazione dell’uva, ma sulla base della paura di perdere il raccolto a causa dei cinghiali e dei caprioli”. Questo dicono gli agricoltori, sempre più soffocati dalla burocrazia e da procedure lontane dalla realtà e dalle loro esigenze.
Porteremo questi punti all’attenzione del Governo, affinché si possa fare una azione congiunta capace di dare riposte concrete e cogliere l’importanza del momento storico che stiamo vivendo:
- modifica immediata alla legge 394, che tenga in considerazione e difenda la presenza dell’uomo nei Parchi come principale attore della loro tutela;
- finanziamenti strutturali per i muri a secco, le monorotaie e lo star up di nuove aziende agricole;
- superare i limiti del diritto di reimpianto per ampliare la possibilità di crescita delle aziende esistenti;
- una politica complessiva di sviluppo dell’outdoor, con il recupero dei sentieri e degli insediamenti storici.
Attraverso il Piano del Parco e il Pui (Piano urbanistico intercomunale), strumenti di pianificazione territoriale, sarà possibile disegnare il futuro delle Cinque Terre, basandoci su questi presupposti, ma serve una regia complessiva forte che vada in questa direzione".
Fabrizia Pecunia, sindaco di Riomaggiore